deve essere festa grande oggi
perchè la libertà è il bene più grande che abbiamo, lo abbiamo capito (nel piccolo) prorio in questo periodo
dobbiamo tenercela stretta e difenderla con tutte le nostre forze
« loro » ce l’ hanno regalata pagandola davvero cara
tocca essere molto vigili, attenti, avere comportamenti consapevoli: demandare tutto senza partecipare, senza avere una corretta informazione, ci mette molto più a rischio di perdere questo bene prezioso
una volta persa la libertà, quasi sempre, per riacquistarla, ci vogliono lotte sanguinose o comunque una forza che non sempre si riesce ad avere
facciamo festa grande, proprio oggi 25 aprile, e proprio per la liberazione…
un grazie infinito anche a te, luigi galliano, che avevi appena 21 anni
La stanza di Anna
vorrei celebrare il lavoro come una attività che rende più facile la vita a noi umani, pur con un occhio di riguardo alla vita che scorre su tutta la terra
vorrei celebrare un lavoro « serio », ma che lascia ancora un po’ la voglia di giocare
e un lavoro che lascia anche un po’ di tempo per giocare
vorrei celebrare un lavoro che sia un po’ per tutti, in modo che tutti possano essere un po’ più liberi
vorrei celebrare un lavoro che lascia sognare i bambini
vorrei celebrare un lavoro che serve anche a portare in barca quelli che non hanno, per un motivo o per un altro, la possibilità di remare
vorrei celebrare un lavoro che, alla fine, rimane una bella soddisfazione
vorrei vorrei vorrei…
buon 1° maggio
ieri, primo giorno di lock-open, sono andata a zonzo qui nei dintorni
niente di che ma, sarà che la primavera è a tutta, sarà che era da un bel po’ che non mi allontanavo dalla tana, ma mi è sembrato tutto meraviglioso
ci voleva proprio
secondo giorno di riapertura: cima del birrone con partenza rigorosamente a piedi da casa
ecco la foto di rito fatta in cima
siamo fortunati noi che stiamo a un passo dalla montagna, in special modo in questo periodo di disorientamento
lei non risolve tutti i nostri problemi, ma ci aiuta molto
anche solo se stiamo lì per un po’, a vedere come fanno un falco, una formica, un larice, a vivere nella pienezza e nell’ umiltà allo stesso tempo
ci lenisce i dolori e cura le ferite e, anche, ci dispensa gioie che mai avremmo immaginato
mentre siamo lì, è possibile rapportarsi con gli altri in modo semplice
possiamo raccontare, ascoltare, stare in silenzio
la società umana è andata avanti, molto avanti…
in montagna è più facile vedere le origini, il « movimento base » su cui si appoggia tutto e quindi ripartire con le mosse giuste
forse in qualsiasi ambiente si possono vivere queste stesse cose, ma, non so bene perchè, il fatto di essere nelle terre alte, per me, risulta un privilegio
dal vorticoso modo di diffondersi dei contagi di questo bruttissimo virus ho comunque capito una cosa:
che i contagi portano lontano e fanno condividere;
questo nel bene e nel male;
quindi, se spargiamo buone cose, queste si allargano e vanno anche oltre la nostra immaginazione e, se non fermiamo il buon contagio, questo interesserà tutto il « gregge ».
Molte volte sottovalutiamo il nostro potere di migliorare la società perchè non pensiamo a come può influire una nostra buona parola, un aiuto, un gesto di speranza o comunque un atto positivo.
Per esserne più convinti possiamo pensare a come abbiamo fatto fatica non a diffondere, ma addirittura ad evitare, la diffusione
qualcuno dice che dopo il virus siamo diventati più cattivi, più egoisti, più arrabbiati…
Spero di no, e comunque sono convinta che l’ unica cura contro il malessere sociale, sia il contagio della voglia di diventare migliori.
e…per i francofoni
de la façon tourbillonnante de propager les contagions de ce virus laid, cependant, j’ai compris une chose:
que les infections portent loin et font partager les gens;
ceci pour le meilleur ou pour le pire;
par conséquent, si nous répandons de bonnes choses, elles se développent et dépassent même notre imagination et, si nous n’arrêtons pas la bonne contagion, cela affectera l’ensemble du « troupeau ».
Plusieurs fois, nous sous-estimons notre pouvoir d’améliorer la société parce que nous ne pensons pas à la façon dont notre bonne parole, notre aide, un geste d’espoir ou en tout cas un acte positif peuvent influencer.
Pour être plus convaincu, nous pouvons penser à comment nous avons eu du mal à ne pas diffuser, mais même à éviter, la diffusion
quelqu’un dit qu’après le virus nous avons empiré, nous sommes devenus plus égoïstes, plus en colère …
J’espère que non, et en tout cas je suis convaincue que le seul remède contre le malaise social est la contagion du désir de devenir meilleur.
ieri sono andata al colle di sampeyre con la bici
è stato praticamente il primo giro un po’ più lungo e quindi senza allenamento e, in bici, si sa, l’ allenamento a macinare chilometri è importante
così mi sono trovata a dover stringere i denti soprattutto perchè ero in compagnia e, siccome non voglio mai essere l’ ultima (e soprattutto non voglio farmi aspettare dagli altri) ho cercato anche di agire di strategia
ci sono degli accorgimenti che aiutano a sopportare e a mettere in campo le forze che uno ha
vi racconto i miei, usati ieri, sperando di non tediarvi
primo: sono partita in anticipo, senza bighellonare, cosicchè mi sono portata avanti nei lavori
secondo: ho cercato di non fare pause inutili perchè queste fanno perdere un gran tempo, fanno drasticamente abbassare la media della velocità dello scorrimento dei lavori
terzo: quando stavo per cedere di testa, mandavo via i pensieri e cercavo in tutti i modi di non cedere ai pensieri rinunciatari che si affacciavano di prepotenza alla mente
quarto: quando sono stata in vista della meta e la vedevo lontana, lontana, lontana… mi sono vietata di guardarla e mi sono posta delle mete più ravvicinate, più facili da raggiungere
quinto: ho sperato nell’ aiuto della buona sorte e infatti gli eventi mi hanno facilitata; uno dei partecipanti ha forato e così a Elva abbiamo fatto tutti una splendida pausa di mezz’ ora con fontana di acqua fresca e cristallina, che mi ha rinfrancata e corroborata
sesto: ho pensato che a rinunciare uno è sempre in tempo
Sono stata ripagata dalla bellezza che ho visto tutto intorno e da quell’ appagante senso di soddisfazione che deriva dal superare le cose che richiedono un bel po’ di impegno
Ricomincio da me,
perchè ho capito, ancora di più adesso, dopo questo orrendo periodo di ferma, quale importanza ha poter stare in mezzo alla natura, in salute e in libertà
Ricomincio da me,
-a spostarmi il meno possibile in auto, visto che adesso, chi è obbligato, deve usarla tre volte tanto per via del distanziamento (e quindi, per quel che si può, pedibus e bici, partenza il più possibile vicino alla tana)
-a fare meno pattumiera, perchè per motivi di igiene, adesso, se ne fa tantissima, troppa
-a privilegiare i prodotti che vengono da vicino, quelli che rispettano un po’ di più la terra che ci ospita, con minimo utilizzo di veleni: adesso bisogna usare a manetta disinfettanti, igienizzanti e detersivi, e quindi tocca un po’ controbilanciare
-a usare nella tana un po’ meno la forza elettrica e un po’ di più quella muscolare (che intanto uno si allena e diventa più robusto anche senza palestra )
ricomincio da me: sono poca cosa io da sola, ma ho sempre pensato che se uno crede, proprio fortemente fortemente, qualcosa di sicuro accade, forse per fortuna, forse per magia…
buon we a tutti, in particolare a noi accomunati dalla passione per il vagabondaggio che porta in alto
stamattina, come succede quasi sempre, mi sono alzata di buon’ ora
lascio le serrande un po’ su e quindi appena viene chiaro mi sveglio
la cosa che mi piace al sabato (e anche alla domenica) mattina è che c’è un silenzio spettacolare
durante la chiusura del locdaun il silenzio si era esteso a tutta la giornata
adesso, in settimana, è un dinuovo un incessante andirivieni di auto, camion, moto, mezzi motorizzati di ogni genere;
nel il giorno, a turno, i vicini rasano il praticello e ci sono lavori rumorosi di vario genere;
io patisco moltissimo i rumori molesti e, comunque, sento la necessità di avere almeno qualche pezzetto di giornata libero dal fracasso;
in natura perlopiù i rumori sono musica .
è anche per questo che, quando posso, scappo a farmi un giro nei boschi dove passano solo i caprioli e qualche altro abitante silenzioso;
vi auguro un buon we, possibilmente con buoni pensieri e su bellissimi sentieri, col silenzio che ben ci fa apprezzare le voci della natura
ce matin, comme cela arrive presque toujours, je me suis levé très tôt
Je laisse les volets un peu levés et dès que ça devient clair je me réveille
ce que j’aime le samedi (et le dimanche) matin, c’est qu’il y a un silence spectaculaire
lors de la fermeture du locdaun le silence s’était prolongé tout au long de la journée
maintenant, au cours de la semaine, il y a un va-et-vient incessant de voitures, camions, motos, et autres véhicules motorisés;
le jour, à leur tour, les voisins rasent la pelouse et il y a des travaux bruyants de toutes sortes;
Je souffre beaucoup des bruits bruyants et, en tout cas, je ressens le besoin d’avoir au moins quelques morceaux de la journée libres du bruit;
dans la nature, les bruits sont principalement de la musique
c’est aussi pourquoi, quand je peux, je cours pour une balade dans les bois où seuls les chevreuils et quelques autres habitants silencieux passent
Je vous souhaite un bon we, avec de bonnes pensées et sur de beaux chemins, avec le silence qui nous fait apprécier les voix de la nature
con questa intermittenza di pioggia e sole, ovunque il verde diventa davvero esuberante
io sono più attratta dalle piante che dagli animali, non so perchè
me losono già chiesto tante volte, forse è una questione di posizione nella catena alimentare
le piante che non mi piacciono infatti sono quelle parassite, che oltretutto fanno morire l’ ospite, tipo la vitalba e certi funghi;
quando mi capita per le mani qualche seme, non riesco a metterlo nella pattumiera e se mi capita di trovare qualche vaso di pianta abbandonato, cerco di recuperare la piantina
mi hanno empre ringraziata abbondantemente: i gerani trovatelli fanno un botto di fiori e il nespolo che è cresciuto dal seme che ho piantato qualche anno fa, quest’ anno, per la prima volta, mi ha fatto addirittura 6 nespole buonissime
che magia le piante
oggi allego due fotine: una di due gerani trovatelli e l’ altra delle ultime due nespole che mi assaporo oggi, perchè ho visto che sono già belle mature (slurp!)
Whaoooo @annagarelli, quelle bonne idée de récupérer toutes ces graines et de les planter !
En tous cas tu as bien la main verte, c’est un jardin botanique chez toi !
se voglio proprio cercare e trovare del buono nel periodo passato di chiusura totale, faccio un po’ fatica, comunque qualcosa -ne sono sicura- c’è stato
esprimo solo due cose per non annoiare
per esempio il mio vicino dirimpettaio (e come lui molte altre persone), che se doveva fare un metro prendeva l’ auto, da quando c’ è stato il blocco, ha incominciato a farsi ogni giorno una camminata nel suo giardino: mi dice che ne ha ricevuto grande beneficio; prima teneva bene il giardino solo per una questione estetica e non se lo godeva; adesso lo utilizza e in più il movimento ora per lui è diventato una esigenza a cui non vuole rinunciare; come lui tanti altri hanno iniziato a fare lunghe passeggiate all’ aperto, magari con la famiglia, e questo spero voglia dire anche un maggiore rispetto verso la natura in generale
per me invece è stato il motivo di godermi, nonostante già conosca molto bene il territorio qui intorno, molti angoli che ancora non avevo mai « vissuto » ;
ho anche ripreso l’ abitudine di partire da casa con mezzi rigorosamente muscolari (pedibus o bici) o pubblici, per fare l’ attività che mi soddisfa maggiormente anima-corpo, che è quella di fare un bel girone lungo attraversando paesaggi defferenti, stare seduta su un pietrone su una cima e guardare lontano per un po’ per poi tornare, rinfrancata alle mie attività solite;
non nego di avere un po’ di invidia ognitanto leggendo le relazioni di chi sale oltre i 4000, ma c’è un tempo per tutto, anche per ciò che uno pensa riguardo all’ impatto delle proprie azioni sull’ ambiente…
buon vagabondaggio a tutti quelli che, come me, amano girovagare alla moda di volpi, caprioli, camosci, marmotte e compagnia, benedicendo madre natura per tutte le bellezze che ci dispensa in abbondanza
Bonjour Anna.
Merci pour ces mots pleins de sagesse et d’optimisme.
Comme toi je pense aussi que ce confinement aura ce côté positif d’avoir fait ressentir ce besoin de nature à beaucoup de ceux qui y étaient indifférents.
Il y a encore pas mal de boulot d’éducation quand je vois toutes ces voitures que les gens prennent juste pour faire un petit aller-retour sur des routes de montagne et prendre 2 ou 3 photos au smartphone…
Hier en montant à vélo sur la route qui va au pré de Madame Carle, on a même vu des gens qui se baladaient en quad sur la route, alors qu’ils pouvaient faire la même balade à pied sur le magnifique sentier pédestre tout fleuri de l’autre côté du torrent.
Mais ne perdons pas espoir, les enfants seront plus motivés et impliqués dans la protection de la nature.
la notte, qui da noi a dronero, per fortuna dà il tempo all’ aria di rinfrescarsi e così al mattino, già solo respirando, uno si sente (abbastanza) pronto per fare le mille cose che si presentano
una scappatoia contro il caldo è appunto alzarmi presto; l’ ho imparato dai contadini: quando ero bambina abitavo in un paese di pianura, in campagna
i tempi erano scanditi, oltre che dalle stagioni, anche dal sole e dalla luna
gli abitanti erano quasi tutti contadini; chi non lavorava la terra, faceva mestieri per i contadini del paese: panettieri, barbieri, fabbri, muratori…
i contadini, in particolare, avevano la giornata scandita dal sole: levataccia prestissimo, in estate anche alle 4, appena chiaro
lavoro intenso, dopo una robusta colazione, fino a mezzogiorno in punto
pranzo con successiva pausa fino a che il sole si metteva basso;
in questo tempo tutto era un « meriggiare pallido e assorto » : cani, gatti mucche, tutto fermo; anche le mosche non si muovevano, appiccicate ai muri
ricordo bene il casale vicino: Giors e Angelin, seduti insonnacchiati sulla sedia sotto il portico, mentre la tenda davanti alla porta di casa alitava appena per quel filo d’ aria che, davanti a casa circolava sempre
poi, quando i raggi non erano più a picco, riprendeva tutto, con pausa per una merenda su una tavola imbandita con ogni bendiddio, perlopiù di produzione propria
e quindi lavoro ininterrotto fino a tarda sera
cena e, a nanna, per essere pronti per il mattino dopo… svegliati dal gallo, dall’ acqua e l’ aria fresca
avete mai provato a cambiare la cinghia di una tapparella?
avete mai provato a cambiare la cinghia di una tapparella?
io l’ ho fatto oggi
che scomodità!!! non so chi ha inventato sto meccanismo, ma veramente, ho sudato sette camicie
bisogna aprire il cassetto in alto, togliere la vecchia cinghia tutta un casino; poi, con le mani tutte storte e senza poter vedere bene, infilare la cinghia nuova in una feritoia, annodare, arrotolare attorno a un disco tutta la cinghia facendo ben attenzione che non si attorcigli, poi dinuovo farla passare in un’ altra feritoia e farla uscire dall’altra parte; poi bisogna tirare su e giù la tapparella per vedere se la lunghezza è a posto; poi c’è da sistemare la parte sotto con la molla, che non sto a raccontare perchè sennò viene domani
mi ha molto ricordato certe manovre di corde quando arrampicavo, specialmente quando ne usavamo due, su certi terrazzini piccoli come la piattaforma della scaletta su cui sono salita per fare il bricolage oggi;
menomale che stamattina me ne sono andata sul cornet: in bici fino a s. anna di roccabruna e poi pedibus
non c’ era nessun umano
vicino alla cima c’ erano cinque o sei mucche con altrettanti vitellini belli vispi e due torelli
e così ho fatto la provvista di calma e pazienza da esercitare oggi con la tapparella
mi stupisco spesso di come le parole possano rappresentare i nostri pensieri, le nostre sensazioni, le nostre idee
che meccanismo spettacolare
hanno avuto una importanza straordinaria nello sviluppo della società
nel bene e nel male, dipende da come vengono usate: possono raccontare, consigliare, spiegare, offendere…
se poi uno le scrive, sono lì, dei pensieri per sempre
alcune persone sono più capaci ad esprimersi con le parole, sanno sempre usare quelle giuste, mentre per altri, la cosa è un po’ più difficile
è anche questione di esercizio, ultimamente, purtroppo, un po’ trascurato: ci si esprime spesso solo con mezze frasi, in fretta e furia, per messaggio
pur nella loro grande importanza, però, ci sono anche momenti in cui le parole, le frasi, non sono assolutamente necessarie
anzi, in certe situazioni è meglio proprio chiudere questo canale e lasciare che l’ anima si esprima con il suo linguaggio immediato e semplice, quello che accomuna tutti gli esseri che partecipano alla vita
a me succede, per esempio, di ritrovarmi analfabeta quando girovago tra i monti, quando sono di fronte a un panorama bello da togliere il fiato
ma sono sicura che ognuno di noi ha ben chiari gli infiniti momenti in cui le parole avrebbero solo potuto distruggere l’ incanto
Je suis souvent étonnée de voir comment les mots peuvent représenter nos pensées, nos sentiments, nos idées;
quel mécanisme spectaculaire;
ils ont été d’une importance extraordinaire dans le développement de la société;
pour le meilleur ou pour le pire, cela dépend de la façon dont ils sont utilisés: ils peuvent dire, conseiller, expliquer, offenser …
Et si on les écrit, elles sont là, pensées pour toujours;
certaines personnes sont plus capables de s’exprimer avec des mots, elles savent toujours utiliser les bons, tandis que pour d’autres, c’est un peu plus difficile;
c’est aussi une question d’exercice, malheureusement un peu négligée ces derniers temps: on ne s’exprime souvent qu’en demi-phrases, à la hâte, par message;
même dans leur grande importance, cependant, il y a aussi des moments où les mots, les phrases ne sont pas absolument nécessaires;
en effet, dans certaines situations, il vaut mieux fermer ce canal et laisser l’âme s’exprimer avec son langage immédiat et simple, celui qui unit tous les êtres qui participent à la vie;
il m’arrive, par exemple, de me trouver analphabète lorsque je me promène dans les montagnes, lorsque je suis face à un paysage d’une beauté à couper le souffle;
mais je suis sûre que chacun de nous est clair sur les moments infinis dans lesquels les mots ne pouvaient que détruire l’enchantement
ci stiamo preparando all’ autunno;
nella parte finale dell’ estate quasi tutte le piante sono impegnatissime a produrre frutti e semi;
quindi pochi fiori: quelli « sbagliati » che hanno preso l’ autunno per la primavera,- un po’ come fanno certi bimbi che prendono il giorno per la notte -, e quelli rosa pallido del colchico, che così fanno i frutti per primi nell’ anno successivo
le stagioni si susseguono con ritmicità costante ma sono spettacolari nel presentarsi sempre differenti nelle loro espressioni;
per esempio quest’ anno ci sono stati moltissimi frutti;
parlo ovviamente per le piante spontanee, o comunque di quelle non seguite dalla mano dell’ uomo, che con potature e concimazioni regola il flusso per avere raccolti regolari, senza sorprese;
anche i noccioli dei boschi, che non avevo mai visto produrre, offrono con generosità le loro nocciole ai passanti, ai ghiri, agli scoiattoli e anche alla sottoscritta;
i sorbi sono carichi di fruttini belli arancioni che le volpi si slurpano, posandolipoi lontano dalla pianta, come ringraziamento per il sostentamento ricevuto;
il mio acero è stracarico; ha fatto uno sforzo esagerato quest’ anno: si vede dalle foglie che adesso sono striminzite perchè hanno dato tutto il nutrimento possibile alle eliche che adesso sono lì appese in bella mostra;
anche gli animali si stanno preparando: le marmotte sono belle ciccione, quando le vedo che mentre scappano hanno la ciccia che si sposta di qua e di là, mi strappano sempre un sorriso.
anche noi, probabilmente subiamo qualche cambiamento, ma è poca cosa; tutte le trasformazioni in natura producono quel malessere che spinge agli sforzi di adattamento (pensiamo per esempio alla sensazione dei primi caldi o dei primi freddi): negli animali in natura questa sofferenza porta impegnarsi e a trasformare se stessi per sopravvivere;
per gli umani vuol dire invece trovare delle scappatoie comode (es climatizzazione) e a imporre cambiamenti sull’ ambiente circostante, che offrono un confort e un benessere indiscutibile, ma non permettono al corpo di adattarsi in modo adeguato al fluire delle stagioni
e per i francofoni
nous nous préparons pour l’automne;
dans la dernière partie de l’été, presque toutes les plantes sont occupées à produire des fruits et des graines;
et donc peu de fleurs: les « fausses » qui ont pris l’automne pour le printemps, - un peu comme certains enfants qui prennent le jour pour la nuit font -, et les roses pâle du colchicum, qui font donc les fruits les premiers l’année suivante
les saisons se succèdent avec un rythme constant mais sont spectaculaires en se présentant toujours différentes dans leurs expressions;
par exemple cette année, il y a eu beaucoup plus de fruits;
Je parle évidemment de plantes spontanées, ou du moins de celles non suivies par la main de l’homme, qui avec la taille et la fertilisation régule le débit pour avoir des récoltes régulières, sans surprise;
aussi les noisetiers des bois, que je ne les avais jamais vus produire, offrent généreusement leurs noisettes aux passants, aux loirs, aux écureuils et aussi à moi-même;
les sorbiers sont chargés de beaux fruits oranges que les renards engloutissent, les plaçant loin de l’arbre, en guise de remerciement pour la nourriture reçue;
mon érable est surchargé; a fait un effort exagéré cette année: vous pouvez voir sur les feuilles qui sont maintenant ratatinées parce qu’elles ont donné toute la nourriture possible aux hélices qui y sont maintenant accrochées;
même les animaux se préparent: les marmottes sont belles grasses, quand je les vois que pendant qu’elles s’enfuient, elles ont la graisse qui bouge ici et là, elles me font toujours sourire. : P
nous aussi, nous subissons probablement des changements, mais c’est une petite chose; toutes les transformations de la nature produisent ce malaise qui conduit à des efforts d’adaptation (pensez par exemple à la sensation de la première chaleur ou du premier froid): chez les animaux dans la nature cette souffrance conduit à s’engager et à se transformer pour survivre;
pour l’homme, cela signifie trouver des échappatoires confortables (par exemple la climatisation) et imposer des changements au milieu environnant, qui offrent un confort et un bien-être incontestables, mais ne permettent pas au corps de s’adapter adéquatement au flux des saisons