I rifugi del cai

Posted as guest by mamo:

… che pena !

Gita 21161

http://skirando.camptocamp.com/gita21161.html

Note sulle condizioni del rifugio :
refuge italien : tout pourrit !
pas de matériel à part qq casseroles, de plus une fenêtre n’avait pas été fermée et il y avait de la neige à l’intérieur qui n’a jamais fondu!

Cai = associazione a delinquere !

ciao mamo

[%sig%]

Posted as guest by gioponz:

Cai = associazione a delinquere !

ciao

mamo = istigazione a delinquere ! ;o)

…cmq, purtroppo, nn posso che associarmi a quanto dici… sigh…
l’unica cosa che resta da fare è lamentarsi, lamentarsi ed ancora lamentarsi.
non che la cosa abbia effetto, a volte…
a me lo scorso anno il Cai Milano dopo segnalazione dello stato pietoso in cui si trovava il loc.invernale di un suo rifugio, al quale rifugio il gestore si è reso irreperibile telefonicamente per una settimana intera, ad ogni suo recapito lasciato in sede, in seguito ad alemno due telefonate… nn si son nemmeno degnati di una risposta!!! non dico chiarimento… giammai… nemmeno una risposta! :-((( una PENA!
…che mi ha fatto vergognare di far parte del sodalizio, sigh…

vabbè… lasémm pert, vah

ciàp
gp

Posted as guest by Massimo:

Non è certamente una scoperta (purtroppo) che lo stato dei rifugi italiani non sia certamente esaltante e che la gestione degli stessi lasci spesso a desiderare.
Già 15/20 anni fa il rif. Ponti al Disgrazia( tanto per fare un esempio ma ne vengono in mento molti altri solo per stare in lombardia) era un tugurio e il gestore (mi sembra che non sia cambiato nel frattempo) , beh lasciamo perdere.

Sarà pur vero che ogni tanto i gestori d’oltralpe ( e mi riferisco soprattutto alla Svizzera) sono un pò scontrosi, meno gioviali e meno tendenti alla caciara, ma ragazzi chi se ne frega: nei loro rifugi si trova pulizia, comfort e quel tocco di bello che noi ce lo possiamo solo sognare. Lamentarsi perchè si mangia « male » è un falso problema. Non si mangia male si mangia solo diverso perchè da quelle parti hanno altre tradizioni e usanze : e allora ? O ti adegui (consigliato) o ti porti tutto da casa (lo zaino mica te lo porto io)

E non dimentiachiamoci un altra cosa molto importante:quando noi andiamo nei rifugi esteri siamo ospiti e siamo tenuti ad « adeguarci » alla loro usanze,abitudini e mentalità e non viceversa e quindi non lamentiamoci se a volte ci guardano di traverso: spesso mi trovo a disprezzare i miei compatrioti nei rifugi esteri per il comportamento veramente poco condivisibile.

Da noi vige la mentalità di breve termine ,affaristica e di gretta miopia non solo di chi vive in montagna e grazie alla montagna ma soprattutto di chi gestisce la montagna (leggasi CAI:io sono un iscritto tanto per chiarire) : l’alpinista arriva, lo spenno perchè tanto deve per forza fermarsi da me, lo faccio dormire come mi pare e piace e poi … tanti saluti. Quello che ci rimane è una bella figura di m… e agli stranieri rimane giustamente in mente questo: l’aspetto negativo della permanenza e non quelli magari positivi che ovviamente si spera ci siano.

Posted as guest by masssimocomotti@aliceposta.it:

Io , mi vergogno di essere iscritto al Cai ( sono un volontario del Cnsas ).
Ma qualcuno sa se è possibile iscriversi ad un club alpino estero ?
Cas o Caf ad esempio ?
Se fosse possibile io lo farei subito .
ciao mamo

Posted as guest by Massimo:

Secondo me si può:quanto meno in italia il CAI accetta l’iscrizione di non italiani (vedasi mia moglie).
Tu non sei di Porlezza? Sei a due passi dal confine : prova ad informarti altrimenti vai sul sito del Club Alpino svizzero:.

http://www.sac-cas.ch/sacportal.nsf/MainFrameSet?OpenPage&key1=6d&key2=http://www.sac-cas.ch/pages_d/portrait.nsf

Posted as guest by Ai@ce:

nessun problema a far parte di un altro sodalizio. A rigore uno può sottoscrivere tutti i club alpini che vuole.
A.

Posted as guest by Flash:

Passi il confine ,da porlezza non sei lontano, raggiungi lugano o bellinzona e ti iscrivi nella locale sez del cas. Non guardano mica il passaporto.
Ti pongo io una domanda cosa ti fa pensare che tutte le sez cai sono uguali?
Le piccole curano molto il loro, generalmente, unico rifugio. Quasi tutte le piccole sez nel loro programma gite inseriscono una giornata lavorativa, dedicata alla pulizia dei sentieri o alla manutenzione del rifugio. Sono le grandi (torino, milano, bergamo ecc) che possegono tanti rifugi e pochi volontari. Generalmente viene fatto un contratto con il gestore e speri che questo lavori in maniera coscienziosa, curando in eguale misura il rapporto con i clienti e la manutenzione del rifugio.
Quando il rifugio sta per crollare la sez si sbatte per cercare il denaro necessario per rimetterlo in ordine, se non trovi degli sponsor disponibili a riparartelo (difficile) sei costretto a contrarre dei muti bancari (poi capisci perchè certe sez non curano più la vita sezionale ma sono interessate solo a fare tessere).
Il cai nazionale piange miseria è finanzia solo una minima parte dei lavori.
Il rimedio? vedere i rifugi a quote basse e vicino alle strade e curare gli altri.
Se ti permetti da fare un discorso simile all’interno del cai, vieni fucilato, quindi teniamoci i nostri bivacchi sporchi e senza coperte.

Esiste poi un altro problema, i nostri rifugi spesso sono colpiti da atti di vandalismo.
Più il rifugio è facilmente raggiungibile, più è soggetto ad atti sconsiderati da parte di deficenti che non hanno nulla a che spartire con la montagna.
In questi anni ho trovato bivacchi con coperte, brande e pentole bruciate. Nel 1996 nel parco nazionale delle marittime hanno dato fuoco ad un antica casa di caccia del re,facendo centinaia di milioni di danni.
Vogliamo le auto nei parchi, vogliamo le strade in quota, vogliamo le funivie ovunque, perchè tutti possano andare in montagna, allora non lamentiamoci. In mezzo a questa folla c’è sempre l’idiota interessato solo a fare danni e non certo a contemplare il panorama.

Ti saluto

PS potevi dirlo subito che stavi parlando del rifugio gnifetti.

Posted as guest by mamo:

Se ti permetti da fare un discorso simile all’interno del cai,
vieni fucilato, quindi teniamoci i nostri bivacchi sporchi e
senza coperte.

Per fortuna non metto piede in una sezione del cai da almeno 20 anni , altrimenti che ne sarebbe stato di me ? Fucilato da un plotone di alpinisti in divisa ? Con tanto di stemmino aquilato al petto ?
Giammai , non metterò mai piede in una sezione del cai per il resto dei miei giorni .
ciao mamo
ps : un caro saluto al redivivo Aiace !!! Ci sei mancato moltissimo !!!

Posted as guest by mamo:

Le piccole curano molto il loro, generalmente, unico rifugio. Quasi tutte le piccole sez nel loro programma gite inseriscono una giornata lavorativa, dedicata alla pulizia dei sentieri o alla manutenzione del rifugio. Sono le grandi (torino, milano, bergamo ecc) che possegono tanti rifugi e pochi volontari

La sezione di Varallo Sesia , che gestisce la cap. Gnifetti , è una sezione grande o piccola ?
ciao mamo

Posted as guest by mamo:

Bentornato !
ciao mamo

Posted as guest by Massimo:

Il discorso inerente « piccole/grandi sezioni » quadra (lo sperimento con il piccolo rifugietto di proprietà della sezione a cui appartengo), anche se esistono malanni strutturali , del tipo:

  1. come per qualsiasi altra struttura ad uso pubblico (ma qui da noi vale anche per gran parte del privato) si costruisce (male), si amplia, si fa ,si disfa , magari senza permessi , autorizzazioni e un minimo di programmazione e poi si lascia li, ad aspettare che il tempo eroda : alla fine è come un bel gruviera pieno di buchi, che sta in piedi per miracolo e quando bisogna metterci mano son dolori. Il CAI Non ha e non vuole metterci i soldi e il gestore (forse anche a ragione da questo punto di vista men che meno). Quindi, via alla tanto esaltata (ahimè)fantasia italiana: tetti in lamiera, servizi igienici (non dico bagni, mi accontento di un semplice orinatio e cag…io) da incubo, cameroni fetidi, resti di costruzione (cemento, legno, ferro,ecc) sparsi tutti intorno al rifugio.

  2. purtroppo noi abbiamo le Alpi ma non siamo un popolo alpino: anche chi vive in mezzo alle montagne (ad eccezione dell’ Alto Adige) non vive la montagna, ma la adopera e sfrutta a proprio uso e consumo, con pochissima lungimiranza: e si vedono i risultati.
    Mi rincresce dirlo, ma purtroppo è così e penso che non ci meritiamo quantro madre natura ci ha regalato;

3)chi va in montagna oggi sembra più cercare l’alberghetto spacciandolo per rifugio:qualche anno fà il CAI Milano ha speso per sistemare rifugi tipo Porro al Ventina e Pizzini al Cevedale perchè rendono, perchè si raggiungono in meno di un ora (anche in jeep) e perchè il buon cittadino ci può andare a pagare il suo bel obolo di 30/40 E a testa per mangiare un paio di mezze schifezze e tornarsene a casa bello contento. Guarda caso, dove il cittadino modello non ci arriva comodamente le cose cambiano (vedasi rifugio Casati al Cevedale sempre di proprietà della sezione di Milano).

Teniamoci buoni i nostri compagni d’oltralpe: qui gli « alpinisti » veri si sentono a casa.

Saluti a tutti.

PS Sarò anche polemico sarà perchè vengo da un 'annata di m… e sono in crisi di astinenza, ma io la vedo così.

Ciao a tutti.

[%sig%]

Posted as guest by mamo:

morale della morale :
Cai = associazione a delinquere , su questo non ci piove .
ciao mamo

Posted as guest by Jan le Yéti:

Buona sera a tutti.

Un punto di vista dal latto francese delle Alpi.

Ragazzi, anche da noi abbiamo rifugi de m…a, non preoccupatevi dell’apparente solitudine e meseria par quanto riguardano i rifugi.

Per me, il problema principale é l’adequazione « clienti-potenziale economico-situazione » che decide di come sara gestita il rifugio. Nei posti hyper frequentati dei parchi nazionali per esempio, stanno facendo dei veri alberghi dov’é costa un occhio dormire (e non vi parlo di mangiare !), perche sanno che ci sono sempre clienti che verranno.
C’é anche da vedere che da noi, da 5-6 anni, se non siete in 1/2 pensione, il custode dice « scusa, non c’é piu posto » e accoglie con grande defferenza l’alpinista economicamente interrante (35 euros minimo la 1/2 pensione).

Ci stanno preparando una montagna per i ricchi in alberghi, e i meno argentati si porteranno tutto cio che bisogna per un bivacco.

A poco a poco, non ci sono piu veri rifugi, se non in lugari poco frequentati. Poi, data che ci sono solo poco clienti, non ci sono piu coperte, i vetri rotti non gli cambiano, e poi, dicendo che il detto rifugio non guarantisce tutta la securità neccesaria, chiudono il rifugio.

Ora, non ci sono piu rifugi nel senso primo della parola. Neanche il nostro mondo e un rifugio. Ma questo é un altro discorso…

Statemmi bene,
jan

P.S : scusate per l’italiano di francese…

Posted as guest by Flash:

La sezione di Varallo Sesia è suddivisa in 7 sottosezioni e gestisce 14 tra rifugi e bivacchi.
E’ decisamente una grande sezione.

Posted as guest by Daniele:

Credo che la questione situazione dei rifugi, soprattutto locali invernali o bivacchi non custoditi, rientri a pieno titolo nella grande area cultura/ civiltà o meglio mancanza delle
due tra gli italiani.

Purtroppo i frequentatori della montagna sono uno specchio fedele della nazione !

Da cui discende che appena entrati nella Confederazione la musica cambia e credo, non ho esperienza diretta, che sia lo stesso in Austria , Germania.

Non getterei però troppo lo solo a croce sul CAI; che avrà sicuramente le sue pecche ma credo che debba essere stimolato, aiutato dall’interno, non facciamo gli esteroofili anche come soci , per migliorare.

Un saluto a tutti e per chi potrà,
buone sciate nel lungo ponte in arrivo.
Daniele

Posted as guest by Massimo:

Perfettamente d’accordo con le tue considerazioni in merito al grado di civilizzazione e di senso della « cosa comune » di noi italiani: fino a che ci occupiamo del nostro piccolo orticello tutto bene, ma appena si entra nel pubblico, in ciò che viene usufruito da più pesone , beh … lasciamo perdere.

La situazione riguardante i rifugi è solo un aspetto peraltro insignificante in termini di impatto, basti pensare, tanto per fare un esempio, alle nostre città e strade che di fatto sono degli immodenzai, dove tutti se ne fregano e quindi si butta via di tutto, dal mozzicone di sigaretta all’arredamento completo.
(Quando sono in giro con qualche straniero in auto , ti giuro che divento smorto dalla vergogna per quello che mi tocca far vedere sul ciglio delle strade).

Senza andare oltrealpe, basta recarsi in Alto Adige (e solo li a mio avviso) per ritrovare rispetto per la natura e per gli altri e una gestione accorta e saggia della montagna.

Saluti.

Posted as guest by paolo:

le iscrizioni al caf (perlomeno) ma immagino a tutti i club alpini non richiedono la residenza nel paese, a parte famosi soci onorari, ne esistono anche molti esteri, io ad esempio pur andando in italia solo in vacanza sono iscritto al cai,
in ogni caso vale il principio di reciprocità tra i tre club, quindi in un certo senso uno vale l’altro. E inoltre chiaro che il cai ha grandi limiti e pochi mezzi, inoltre è vero che alcuni italiani in francia si comportano in modo incivile, ma questa inciviltà d’alta quota si sta diffondendo un po’ ovunque. Inoltre dobbiamo fare una distinzione tra le singole sedi cai, mondi diversi talvolta, ciò vale anche per il caf
comunque se ti serve del materiale informativo caf te lo posso procurare
ciao

Posted as guest by mamo:

Non condivido il ragionamento del cai ( rifugi-alberghi ben manutenzionati solo dove è remunerativo ) , quindi non mi sento di appartenere ad una associazione come questa .
E in merito , riprendo il discorso delle dimensioni delle sezioni , che non mi sembra calzare molto la realtà .
L’ autunno passato sono stato a camminare in val Darengo ( lario sponda occ. sopra Gravedona ). In una vallata molto selvaggia , poco frequentata esiste la capanna Como dell’omonima sez. del cai. ( sez. piccola o grande ? secondo me piccola ).
La struttura , ubicata in riva ad un laghetto alpino , luogo quanto mai ameno , è rimasta intatta , probabilmente da quando è stata costruita ( anni '30/‹ 40 ? ) non è custodita ; per poterne usufruire bisogna richiedere le chiavi alla sezione proprietaria .
Ad uno sguardo veloce e superficiale dall’esterno , mi riesco ad immaginare l’interno … l’impressione che ne deriva si può riassumere in una sola parola : " abbandono ".
Se è lo stesso cai a promuovere questo tipo di approcio alla montagna : " andate pecoroni ! andate tutti alla Gnifetti ( esempio ) col vostro ridicolo stemmino aquilato in bellamostra , andate tutti insieme a farvi obnubilare dalla lotta coll › alpe " ;
poi con che coraggio vengono accusati l’eliski e le motoslitte e i fuoristrada di deturpare il paesaggio alpino !?!?
Il cai è la prima causa di inquinamento e deturpamento delle nostre montagne ;
cai = associazione a delinquere , ne sono sempre + convinto .
ciao mamo

Posted as guest by Massimo:

Magari esageri un pò comunque in sostanza sono d’accordo con te.

Se la capanna Como e l’Alto Lago (posti fantastici degni dei migliori fiordi norvegesi se non fosse per l’elevato tasso di urbanizzazione ) fossero in territorio svizzero la suonata cambierebbe: perchè?

perchè li la montagna è vissuta e utilizzata con giudizio per ricavarne la pagnotta quotidiana senza creare il deserto intorno; perchè gli svizzeri sono un popolo alpino in tutti i sensi e noi no; perchè il rifugio o la baita viene considerato un aspetto integrante della natura circostante;perchè chi ci va-turisti occasionali e non alpinisti compresi- si sentono obbligati a rispettare l’ambiente e a comportarsi da persone civili. una volta innestato un circolo virtuoso questo si autoalimenta: purtroppo -vedasi Italia- vale anche il contrario.

Tanto per affondare ancora di più il coltello nella piaga: ma ti sei reso conto del modo scellerato con cui da noi vengono progettate (sigh). costruite e sistemate le strade montane e forestali ? Da panico: io non sono per principio contrario ma mi chiedo, come si fa a tracciare una strada tipo quella che porta alla Piana di Preda Rossa in val Masino (mi riferisco alla deviaizone causa frana)!!!

Tra un pò, tra scempi e mutamenti climatici (goditi i ghiacciai fino a che ce ne sono ancora) mi sa che cambieremo sport.

Ciao.

Posted as guest by paolo:

criticare il cai è un po’ come sparare sulla croce rossa
ma è anche giusto farlo.
purtroppo, è te lo dico da membro cai, hai in parte ragione, ma, ripeto, esistono delle differenze regionali, alcune sezioni del Friuli/Alto Adige e alcune venete sono degli ottimi esempi. Anche se nelle zone di frontiera specialmente con l’austria talvolta si notano ancora alcune differenze
la mia impressione è che a parte le vette più ambite, e molto frequentate, ormai l’alpinismo stia diventando un alpinismo di massa e di bassa quota, con uno sviluppo sempre crescente di ferrate che assomigliano sempre più a dei luna park e si tende a trascurare sempre di più la quota. Alcuni membri cai ripetono che la montagna non è per tutti
esistono zone in cui effettivamente i rifugi andrebbero evitati (sinceramente li evito quasi sempre), e questo vale per tutto l’arco alpino, ne esistono alcuni buoni d’estate ma con pessime stanze invernali, altri sempre accoglienti etc.
proporre una lista nera dei rifugi non sarebbe una cattiva idea
ciao