Posted as guest by Massimo:
Ciao Fabrizio,
hai ragione per quanto riguarda la frequenza di salita all’Ortles, tenuto anche conto che molti non postano sui vari siti di scialpinismo: io mi sono basato solo sugli inserimenti presenti e avevo notato che in questo periodo nel 2003 vi erano già state parecchie ascensioni mentre nel 2004 ancora poche.
Per la salita, c’ho tutto o quasi: cartina con tracciato dell’'itinerario e due o tre relazioni che un paio di scialpinisti « locals » mi hanno mandato via mail.
Io sono molto tentato, però va tenuto conto che: l’Ortles è una salita che per lunghezza,impegno e pericoli oggettivi richiede che i partecipanti la salgano e la scendano in modo omogeneo rimanendo attaccatti quasi si fosse in cordata.
Obiettivamente, tu, ALessio e presumo il tuo amico - a parte le capacità tecniche- avete un ritmo di salita al momento nettamente superiore al mio. Sinceramente io non mi faccio grossi problemi a rimanere anche da solo ma con una salita del genere non mi va: si rischierebbe di compromettere la tranquillità di tutti. Chi va veloce come te sarebbe costretto ad aspettare in cima anche parecchio (io l’Ortles l’ho fatto a piedi già due volte, ma in in ogni caso ci andrei in cima ancora una volta) non avendo la certezza che chi sta dietro è non ha problemi (e viceversa).
Quindi, se si aggrega qualcuno sui mie livelli di tempistica (penso che per una salita del genere al momento dovrei impiegare circa 5 ore con la mia attuale forma), posso anche farci un pensierino.
Per non creare aspettative poi deluse o peggio ancora rischi non preventivati agli eventuali aspiranti interessati, l’Ortles è una salita di ca. 2200m di dislivello (con una buona resa viste le pendenze) che presenta nella parte bassa alcuni rischi oggettivi, solo in parte evitabili passando per il sentiero estivo al rif. Tabaretta, mentre nella parte alta/finale si è sul plateau glaciale con alcuni crepacci che però non dovrebbero al momento generare grosse difficoltà.
In salita sicuramente(in discesa dipende dallo stato della neve) occore saper superare un pendio ghiacciato (picozza e ramponi) con inclinazione intorno ai 50° per scavalcare il vallone che precipita verso Trafoi (vado a memoria: se vi interessa recupero i dettagli).
Concludendo: è una salita scialpinistica che richiede buoni dote di resistenza e una buona tecnica alpinistica su ghiaccio.
Un pò lungo, ma era meglio chairire.
Ciao.