WE appena passato è stato a rischio valanghe

Posted as guest by Giovanni Rovedatti:

Il WE appena trascorso lo classificherei quello più a rischio di valanghe di neve bagnata, visti i report vari mi è sembrato che un po’ tutti quelli che si sono mossi fra sabato e domenica il loro momento di adrenalina lo hanno avuto, io e la mia compagnia siamo stati interessati da questo evento ma non bisognava sbagliarsi a scendere un pendio invitante se era stato anticipatamente scaldato, perchè il pericolo era lì in aguato, vedete le foto di Fabio Pola dovera passato il mattino e quando è sceso cosa ha visto. Comunque sia fin che si può raccontare le proprie storie in materia, vuol dire che anche questa volta c’è andata bene e speriamo sia sempre così.
Con l’augurio di altre belle gite, magari senza queste esperienze per nulla tranquille.
Ciao Giò.

Posted as guest by Fabrizio Righetti:

Ciao Giovanni, concordo anche se noi al Piz Platta non abbiamo avuto momenti di ‹ adrenalina ›. Il percorso era veramente sicuro forse grazie anche al fatto che sino a 2000 m di quota e quindi laddove il rigelo notturno era stato alquanto modesto se non nullo c’è una stradina. Oltre la neve era alquanto mutevole come del resto l’esposizione. In alto sul piccolo ghiacciaio c’era ancora neve fredda anche se con un po di crosta da vento. Speriamo solo che il quadro termico cambi perchè altrimenti non ci saranno grandi sciate per il prossimo we.
Fabrizio

Posted as guest by mamo:

Dovevate vedere e sentire il versante SE della Grande Rousses , quello che incombe su Rhemes N.D.
Dalle 11 di mattina in poi , è stato un continuo bombardamento di scariche di neve e fango che si accumulavano sul fondo della valle ad un centinaio di metri dalla pista da fondo e dal parco giochi per i bimbi ( entrambi affollatissimi !)
Dei veri e propri fiumi di neve e fango che partivano dai ripidissimi fianchi della montagna a quote variabili tra i 2000 e 3000 metri e precipitavano con fragore per centinaia di metri .
Non riesco a capire chi , tranquillamente , scivolava o giocava con i propri figli sotto quelle mitragliate micidiali ; e , tantomeno , non riesco a capire come mai le autorità locali preposte non abbiano vietato l’accesso a quelle zone con delle condizioni così ovvie , e visibili di pericolo .
Morale : io con mia figlia non andrò mai a Rhemes a sciare o bobbare !

ciao mamo

Posted as guest by Fabrizio Righetti:

Devo dare atto all’ARPA Lombardia che diceva che alcune valanghe di fondo avrebbero potuto interessare i fondovalle. Come dici tu comunque Val di Rhemes ed anche Valsavaranche sono posti ‹ topici › per tal tipo di evento naturale e le conoidi di valanga lo testimoniano.
Fabrizio

Posted as guest by Franz:

Concordo…
ecco la valanga dell’entrelor

prima e dopo

praticamente imprevedibile: sulla traccia, scendendo dalla traccia.
evidentemente il lastrone (rigido) ha propagato le vibrazioni fino alle rocce sommitali ove era poco adeso.
io ero l’ultimo e mi son « goduto » l’agghiacciante spettacolo dall’alto…

e quelle di fondovalle su rhemes

franz

Posted as guest by Mad:

Dai vostri report mi è sembrato che i bollettini abbiano un pò sottostimato il pericolo valanghe rispetto alla situazione reale, soprattutto per quanto riguarda le valanghe di neve bagnata.

D’ altronde il riscaldamento è stato un pò improvviso rispetto ad un inverno freddo e continuato ed adattare i bollettini forse non è ancora così rapido o facile.
Nessuna critica comunque a chi stende i bollettini.

Segnalo comunque un interessante novità (credo, almeno io non me ne ero mai accorto) sul sito valanghe svizzero (SLF): ora si differenzia con diverse cartine il rischio di valanghe di neve « asciutta » e quelle di neve « bagnata ». Fino a ieri dava rischio 2 per asciutta e 3 per bagnata in tutta la Svizzera, oggi vedo che l’ asciutta è salita a 3 per qualche zona (es. ovest Ticino).

Buone gite.

Mad

Posted as guest by Ai@ce:

racconto la mia esperienza di domenica al Pizzo Forno.
Condizioni primaverili e tiepido, 0 gradi alla capanna alle 5.00 solari.
Saliamo senza problemi senza bilgheri a parte il pendio finale (due-tre perteghette a 40 gradi). gli ultimi 100 metri a salire a piedi si sfonda 20 cm nella crosta da rigelo, per gli sci è comunque buona. Due arrivano in cima in sci.

Visto che siamo in perfetta tabella di marcia, giornata bella e forse troppo caldo a sud optiamo per la discesa a NW.

Tre curve ed un traverso e siamo sul passo ghiacciaione, il pendio a N è di neve fresca, non trasformata, non crostata, molto invitante.
Ho scalettato un po’ sulle pietre sotto il colle poi ho tirato dritto 2 metri di canalino e sono arrivato nel pendio, l’ho tagliato 15 metri pensando di fermarmi ma ho staccato un lastroncino soffice che è scivolato sul sottostante strato duro… velocissimo. 30 cm di farina su fondo duro da gelo e rigelo precedente. Invece di fermarmi come era nelle mie intenzioni ho proseguito fino ad un dossetto guardando dove sarebbe stato meglio scendere in sicurezza. Al colle erano un po’ agitati ma abbiamo deciso di scendere lo stesso evitando i pendii più ripidi (per quanto possibile, la discesa è tutta S3-S4). La valanga era di circa 20 metri di larghezza ma è scesa per 100m almeno.
500m più in basso ancora 30 cm di neve soffice e fredda, ancora io per primo, alla seconda curva mi si crepa il pendio (come nel filmato), comincio a traversare nel caso si stacchi ma non succede nulla, continuo e faccio la prima curva poi una seconda ed altre ancora spostandomi progressivamente su un dosso. E’ andata bene. Poi da 2200 comincia ad esserci un po’ di crosta da gelo e rigelo ma comincia anche un po’ di preoccupazione per trovare l’unico passaggio sulla parete per scendere in basso e collegarsi all’itinerario di salita alla capanna Campo Tencia che si vede benissimo la in basso.
La cosa non è banale infatti c’e’ un circolo glaciale di cascate alte 100-150 metri e ci sono solo due passaggi costituiti da canali o da scivoli di roccia sui quali per giagitura ed orientamento non scorre e quindi non gela l’acqua: uno è quello di discesa dal Pizzo Forno l’altro, quasi simmetrico, è quello dal Campo Tencia. Il gps non serve a molto in questi casi ci vuole un po’ di intuito.
Si scende il canale a scaletta, ci sono 5 cm di neve sulle rocce, altrimenti ramponi ma praticamente è come scendere sulla roccia.
Sotto ancora 150 metri di farina perchè il circolo delle cascate non prende sole. Poi neve trasformata, 5 cm. La mulattiera poi strada è tutta percorribile, praticamente senza sassi, in alto si fanno ancora un paio di pendii in rado lariceto, in basso si riescono a prendere le piste, ancora aperte, di prato leventina.

Detto ciò ben venga il bollettino differenziato, c’era pericolo 3 di neve fresca a N e pericolo 2 di neve bagnata sui lati sud a salire a 3 dopo le 12, abbiamo sentito rimbombi paurosi di valanghe dopo le 12.
Le valli a N più riparate danno belle soddisfazioni ma anche qualche preoccupazione, la neve fresca poggia su strati solidi dei riscaldamenti della scorsa settimana e fino a 2400 ma anche più in basso se all’ombra, può essere pericolosa sui pendii più ripidi.

buon sci,

Ai@ce

[%sig%]

Posted as guest by sTefaNo:

Ho notato anche io il bollettino SLF differenziato sul rischio generale e su quello al rialzo della temperatura nel corso della giornata e mi sembra molto utile perchè a mio parere rende un po’ di più l’idea, spegne forse qualche « voglia di cima » ma è più realistico.
Quello della VdA ad esempio domenica dava in bassa valle rischio 2 ma in alta valle rischio 3 in rialzo in giornata, che forse per chi viene dalla pianura come me, sembra eccessivo vista la stagione, ma poi sul posto ti rendi conto dai boati che senti che è un bollettino veritiero e ringrazi di aver scelto nel mio caso i pendii aperti e la cresta finale della Punta Falinere al posto di qualche cosa di più rischioso e esposto.

buone sciate

Posted as guest by Fabrizio Righetti:

Il bollettino valanghe è un po come il bollettino meteo, è una previsione basata su un modello costruito con dei dati misurati. Tanto più è complesso il modello (numero di variabili) e tanto più è scarso il dataset di dati e minore sarà il risultato finale. Ora l’unico bollettino attendibile secondo me è quello dell’Istituto di Davos che ha soldi e personale che gli consentono un’emissione giornaliera basata su una buona rete di campioni. Gli altri bollettini come quello dell’ARPA Lombardia vengono emessi con cadenza trigiornaliera. Ma me lo dite voi che attendibilità hanno. Certo quando le condizioni sono estreme vanno bene, è come il meteo se c’è un’alta pressione della miseria è difficile sbagliare. Ma se c’è variabilità ecco che viene fuori la professionalità e la disponibilità di dati. E questa è la situazione dello scorso we: variazione del campo termico piuttosto repentina che ha gettato scompiglio e probabilmente localizzato molto la situazione. Alla fine rimane al singolo decidere e come al solito se con rischio 1 e 2 si va via tranquilli e con rischio 4 e 5 si sta a casa è con rischio 3 che viene chiamata in causa l’esperienza anche se, sarebbe meglio fare altro (poi magari sono io il rprimo a trasgredire tale regola).
Collegandomi poi all’altro topic direi che la scala va bene così ed introdurre nuove classi o parametri creerebbe maggiore incertezza.
Fabrizio

Posted as guest by Giovanni Rovedatti:

Rispondo a Fabrizio sul bolettino Arpa Lombardia. Secondo me questo bolettino non serve a niente, anche perchè se dovresti andare in giro con quel boletino lì, il più delle volte staresti a casa perchè è pericoloso e faresti le cime al di sotto del limite boschivo, come viene sempre menzionato. L’unico dato importante che potrebbe servire è quando nevica per sapere quanta neve fresca ha fatto e la’altezza della neve totale, però la nota negativa come dicevi tù è che se nevica per 2 giorni e il bollettino è stato emessoil giorno precedente non viene aggiornato prima del 3° giorno anche se il pericolo da 2 arriva a 4, forse in casi eccezionali, ma essendo vicino alla Svizzera è di sicuro meglio basarsi su quel bolettino, anche se le Alpi Orobie sono un po’ fuori competenza e bisogna arrangiarsi fare il paragone frà regione della valle Maggia al Bernina passando per lo Spluga la Bregaglia e il Maloya e a Sud di essa in caso di tempo perturbato a Meridione delle Alpi.
Ciao Giò.Fabrizio Righetti scritto:

Il bollettino valanghe è un po come il bollettino meteo, è una
previsione basata su un modello costruito con dei dati
misurati. Tanto più è complesso il modello (numero di
variabili) e tanto più è scarso il dataset di dati e minore
sarà il risultato finale. Ora l’unico bollettino attendibile
secondo me è quello dell’Istituto di Davos che ha soldi e
personale che gli consentono un’emissione giornaliera basata su
una buona rete di campioni. Gli altri bollettini come quello
dell’ARPA Lombardia vengono emessi con cadenza trigiornaliera.
Ma me lo dite voi che attendibilità hanno. Certo quando le
condizioni sono estreme vanno bene, è come il meteo se c’è
un’alta pressione della miseria è difficile sbagliare. Ma se
c’è variabilità ecco che viene fuori la professionalità e la
disponibilità di dati. E questa è la situazione dello scorso
we: variazione del campo termico piuttosto repentina che ha
gettato scompiglio e probabilmente localizzato molto la
situazione. Alla fine rimane al singolo decidere e come al
solito se con rischio 1 e 2 si va via tranquilli e con rischio
4 e 5 si sta a casa è con rischio 3 che viene chiamata in causa
l’esperienza anche se, sarebbe meglio fare altro (poi magari
sono io il rprimo a trasgredire tale regola).
Collegandomi poi all’altro topic direi che la scala va bene
così ed introdurre nuove classi o parametri creerebbe maggiore
incertezza.
Fabrizio