Sistema di valutazione delle gite di scialpinismo

Posted as guest by oli:

Ho appena comprato l’ultima guida di scialpinismo della Valle D’Aosta : abbastanza ben fatta, con foto degli itinerari e copia della cartina.

Sono invece rimasto deluso dal sistema utilizzato per valutare la difficoltà della gita. Hanno utilizzato ancora una volta il sistema di mio nonno (MS, BS, MSA, BSA, OSA, …)

Siamo nel 2005 ! Come si fa ad utilizzare ancora un sistema cosi vecchio e poco preciso.

Da tempo in Francia, si indica almeno il grado sciistico (da S1 a S6) sulle guide piu vecchie. E per quelle piu recenti si utilizza il sistema che va da 1 a 5 con sottolivelli da 1 a 3 (cioè 1.1 / 1.2 / 1.3 / 2.1/ 2.2 / 2.3 …). Questo permette di dare un idea molto precisa della difficoltà complessiva della gita e non solo MS o BS.

Purtroppo su questo tipo di valutazione, le guide che troviamo da noi sono ancora molto « vecchio stampo » (trane le ultime della collezione « Blu » come quella sullo scialpinismo in Valsesia fatta molto bene con indicazioni precise).

Per me si devono indicare :

  • Difficoltà complessiva della gita : per questo si utilizza il sistema « alpinistico » : da F a TD utilizzando « piu » o « meno » per essere piu preciso
  • Difficoltà sciistica : preferisco il nuovo sistema indicato sopra (da 1.1 a 5.4) o in alternativa il sistema S1 fino a S6
  • Pericolo / Impegno : anche qui si utilizza il sistema « alpinistico » con i numeri romani da I a V per indicare il grado di pericolo della gita
  • PS : in piu, è bello che sia indicata anche la massima pendenza del pendio (in gradi)

Per me un esempio di queste guide sono la collezione « toponeige » che copre buona parte dell’arco alpino francese : www.volopress.fr
Se andate sul loro sito fanno vedere alcuni esempi delle loro guide : per me il top della guida. Purtroppo non copre ancora tutto l’arco alpino.

Speriamo che gli editori italiani (o svizzeri) si sveglino !!

Posted as guest by oli:

http://www.ffme.fr/ski-alpinisme/cotation/echelle-volo.htm

Ecco un link, purtroppo in francese, che spiega bene l’insieme del sistema

Posted as guest by Ai@ce:

confermo le volopress sono il top delle guide, direi meglio di quelle del CAS svizzero almeno per la descrizione degli itinerari (anche se con jose’ abbiamo trovato un errore…), per la parte storica invece preferisco sempre CAS e CAI-TCI

ciao,

Ai@ce

PS
il CAI considera solo la scala blachard con la riduttiva classificazione MS, BS OS… no comment

Posted as guest by valeria:

scusate sarò un po’ provocatoria, ma non vi sembra di esagerare con tutte queste esigenze di classificazione iperprecisa ?

un alpinista sa dalla descrizione cosa è o non è in grado di fare. inoltre sappiamo tutti (spero) che le condizioni della neve possono far mutare anche la gita più semplice.

o vogliamo approntare una bella scala per diventare come molti in arrampicata libera che misurano il loro essere uomo/donna dal grado che fanno ?

Dovremmo andare in giro col goniometro x misurare i gradi del pendio ? Altrimenti valutando a occhio e croce si rischia di incorrere in qualche responsabilità e chi poi va a farsi la gita ci dice che non erano 40, ma 38 i gradi…

Posted as guest by Massimo:

Sono pienamente d’accordo con te. Qui si finisce per far casino e per confondere le idee. Già nel campo dell’alpinismo e dell’arrampicata a volte si capisce poco (il tiro o il passaggio è 6a+ o 6b- ?- a ripensarci proprio una ridicolaggine) oppure con la mania di iperclassificare ci si trova di fronte a gradazioni riferite allo stesso passaggio /tiro/itinerario nettamente opposte (guardate che tra un 5b e un 6a vi è moltissima differenza eppure ho trovato lo stesso passaggio classificato in questi due diversi modi). Se questo approccio lo posso ancora concepire per l’arrampicata sportiva in falesia, lo trovo poco adatto e riduttivo per l’alpinismo e per lo scialpinismo.

Molto meglio ricorrere alle buone e vecchie (e magari un pò prolisse) descrizioni verbali e facendo solo un contenuto ricorso alle scale , quali esse che siano: non dico che non debbano essere usate , ma devono essere pratiche, contenute ed esprimere un giudizio sintetico.

Un pò di teoria va bene ma se vai in giro applicandola rigidamente si diventa un geometra di montagna e tra un pò ci si porta compasso, livella e bindella!!. Il nostro sport/passione è soprattutto pratica, esperienza e anche intuito: e in questo la teoria vi entra ma solo in minima parte.

Saluti.

Posted as guest by Riz:

ma non è più bello guardarsi la cartina e cercare di studiarsi e prepararsi in proprio la gita???
cosa resta, altrimenti, dell’alpinista??
se qualcuno pensa che la montagnia sia riconducibile ad una descrizione dettagliata ed una traccia precisa cosa resta da fare all’uomo???
gusti personali ma odio le tracce, le relazioni dettagliate e gli itinerari scontati e super descritti…
soprattutto per lo scialpimismo, espressione di libertà ed interpretazione personale della montagna.
ciao

Posted as guest by Olivier:

Proprio perche mi piace preparare bene la gita e soprattutto adattarla al livello dei partecipanti, mi piace sapere che cosa mi aspetta.

Anche perche non so voi, ma a me non piace fare sempre le solite gite nella solita valle e dunque quando vado in un posto che non conosco assolutamente, piu informazioni riesco ad avere sulla gita, piu sono contento.

Se riesci a capire l’inclinazione di un pendio con la cartina, sei un mago ! Soprattutto con quelle italiane (con quelle svizzere al 1:25.000 si può avere un idea ma niente di molto preciso).

E visto che parli i itinerari super scontati. Sarà che sono piu imbranato della media ma ti assicuro che su degli itinerari complicati, anche con la relazione dettagliata non è sempre facile trovare il passaggio giusto.

Comunque mi sembra di riscontrare qui la vecchia mentalità dei Club Alpini : perche cambiare le cose che abbiamo sempre utilizzate ? continuiamo ad andare in giro con la solita relazione fatta 30 anni fa. Se c’è qualcosa di meglio sarà per gli impediti.

Posted as guest by Olivier:

Posso anche essere d’accordo con voi su alcuni punti.

Ma penso che non avete capito lo scopo di una scala un po piu ampia. Adesso si limita a : MS, BS, OS. Mi sembra un po poco.

Soprattutto come si va ad esprimere la differenza tra la salita e la discesa ???

Posso amettere che la classifica utilizzata dal Toponeige è ultra precisa e magari un po esagerata. Ma almeno si potrebbe indicare il livello sciistico che va da S1 a S6.

Vedo comunque su questo forum un apertura di mente rispetto alla novità che mi impressiona !

Una altra domanda : utilizzate ancora i vecchi sci bei diritti o siete passati ai sci carving ???

Posted as guest by Massimo:

Per quanto mi riguarda, non ho la minima mentalità da CAI (pur essendo iscritto sono dell’idea che al giorno d’oggi per come è impostato si tratta di un carrozzone dove parecchia gente ci mangia alla grande :tanto per citare un’anomalia, ma con tutti i soldi che girano e che finiscono alla sede centrale è mai possibile che mediamente i nostri rifugi siano dei tuguri se paragonati a quelli svizzeri ?, ma questo è un altro argomento) e sono uno apertissimo tanto è vero che difficilmente ripeto due volte una salita sia di alpinismo che scialpinismo (per scovare ambienti nuovi ho anche provato a farmi in auto da solo 250+250km in giornata magari alzandomi alle 3 di notte).

Io stesso mi informo più che posso (cartine, guide, relazioni su skirando e altri siti,ecc…) e mettendo insieme tutto (meteo e bollettino slavine compreso) decido dove andare e decido poi sul posto, rinunciando o magari variando l’itinerario prescelto.

In ogni caso, non voglio dettare regole :ognuno , grazie a Dio, è libero di fare ciò che vuole sino a che non lede i diritti e la libertà altrui. Quindi, buone sciate a tutti.

Posted as guest by mamo:

Sono d’accordo con tutti . Con Massimo e Valeria : comunque nessuno è obbligato a comprare guide super-precise , può riscoprire il senso dell’avventura andando a cercare posti nuovi senza relazioni , foto o goniometri . Sono d’accordo con Oliver , ma credo che l’esasperazione delle classificazioni sia solamente un modo per far guadagnare qualche soldino in più agli autori ed agli editori . Sono d’accordo con il Cai , che in quanto depositario di tradissioni e valori puri ( « la lotta coll’Alpe » di E.Rey ) DEVE rifiutare il progresso e la modernizzazione .
ciao mamo

Posted as guest by albertone:

L’ho comprata anch’io la guida in questione e l’ho trovata scandalosamente passatista: da guide alpine di valore non me lo sarei aspettato. Di aggiornato ci sono solo le foto con gli’itinerari tracciati con chiarezza, e basta. Mi ha deluso oltremodo l’assenza inspiegabile della gita alla Tsanteleinaz nella valle di Rhemes: di ripido nemmeno l’ombra come pure itinerari di alto livello.
Per quanto riguarda la scala delle difficoltà sci alpinistiche siamo alle solite: lo scarso sviluppo e crescita consapevole della nostra meravigliosa attività in montagna con gli sci, nel nostro paese, fa sì che venga ancora adottata ( per di più da professionisti!!) una scala obsoleta e anacronistica (scala Blachere) facendo finta di non vedere che negli ultimi trent’anni l’evoluzione dei materiali e della pratica sci alpinistica ha allargato di molto lo spettro delle possibilità e alzato di molto le difficoltà medie degli itinerari questo richiedendo una ben più precisa messe di informazioni sulla gita stessa.
Insomma, ancora una volta, dai nostri cugini d’otralpe abbiamo da imparare parecchio: faccio altresì notare come, nelle straordinarie guide Volopress, con la massima naturalezza convivano, fianco a fianco, gite facili, facilissime, ovvero ripide o addirittura di sci estremo. Questo significa che si rivolgono ad un pubblico maturo e consapevole il più allargato possibile: da noi prevale il modello " bambino" da tenere sotto stretto controllo cui vanno propinati i soliti stra-ultra-arci noti itinerari, possibilmente facilissimi, in modo che non ci sia il pericolo che ci si faccia del male.
Segnalo un’ eccezione a questo andazzo: il libro di Igor Napoli sulla voglia di ripido di un paio d’anni fa che ha avuto uno straordinario successo di vendite ma che è di un formato lenzuolo assai poco pratico e dove la scala delle difficoltà è sostituita dall’indicazione sommaria dell’inclinazione del pendio: propongo una sollevazione popolare per una ristampa con formato e scala Volopress.
Saluti a tutti.
Albertone

[%sig%]

Posted as guest by Olivier:

Effettivamente, la guida « voglia di ripido », a parte il formato gigante poco pratico, è sicuramente fatto bene.

Non so perche ho notato che verso il Piemonte, le guide e le relazioni che si trovano su internet (gulliver per esempio) sono piu moderne rispetto a quelle che troviamo piu a Nord.

Concordo pienamente con te su giudizio della nuova guida di sci alpinismo della Vallee d’Aosta : niente di nuovo, un peccato.

Buone gite a tutti

Oli

Posted as guest by albertone:

Dimenticavo di segnalare una pregevole guida sci alpinistica sulla Valsesia e Monterosa di Marco Maffeis di Blu Edizioni: gite ottimamente descritte e presenza di itinerari anche di alto livello tecnico o estremamente difficili. Sulla scala delle difficoltà ho avuto modo di scambiare qualche battuta con l’autore senza chiarimenti risolutivi: trattasi della classica scelta di compromesso ( presenza contemporanea della vecchia Blachere e della vecchia scala franco -svizzera, per intenderci quella con le S maiuscole ed il numerino) ma sempre meglio di niente. Un pò più di coraggio, in certi casi, non guasterebbe. Rimaniamo quindi ancora in fiduciosa attesa della prima guida sci- alpinistica italiana con riportata la scala delle difficoltà del grande Volodia Shahshahani.
Saluti.
Albertone

Posted as guest by Rovedatti Giovanni:

Classificazioni nello sci alpinismo:
La scala alpina
La scala di valutazione alpina (valutazione generale)
Essa utilizza le valutazioni UIAA usate in alpinismo stabilite da Wilo Welzenbach, con parametri specifici per lo scialpinismo.
• F : Facile
• PD : Poco difficile
• AD : Abbastanza difficile
• D : Difficile
• TD : Molto difficile
• ED : Estremamente difficile
• ABO : Abominevole (o EX eccezionalmente difficile)
A questa scala di base possono essere aggiunte le suddivisioni + (superiore) o - (inferiore) che permettono di precisare ulteriormente la valutazione generale del percorso.
I parametri utilizzati nella scala alpina
Questa valutazione generale prende in considerazione parecchi parametri :
La difficoltà d’insieme tiene conto non solo della ripidezza e della continuità della pendenza ma anche della lunghezza della gita, dei passaggi stretti, dell’esposizione- termine preso in senso alpino, per includere la presenza in particolare di barre rocciose-delle difficoltà di salita a piedi, fino alla scalata in certi casi.
l’esposizione
L’ esposizione di una gita varia in funzione dei rischi oggettivi che lo sciatore dovrà affrontare:
• Pericoli diretti: rischio di caduta sassi,di caduta seracchi…
• Pericoli indiretti: ostacoli che rendono più gravi le conseguenze di una caduta dello sciatore: attraversamenti di seracchi, di rocce, crepacci, crepacci terminali, ma anche le strettoie di un canalone…
Da notare che nei pendii ripidi l’esposizione varia con la neve: 40° su neve molto dura o con ghiaccio non ha niente a che vedere con la stessa pendenza con neve polverosa…
l’impegno
L’impegno della gita include diversi criteri: il grado di isolamento, l’altitudine, la lunghezza della gita e il dislivello che vanno ad incidere nello stato di freschezza dello sciatore e quindi sulle sue capacità fisiche a superare un passaggio delicato.

All’impegno della gita concorrono certe caratteristiche che influiscono sul morale dello sciatore; il soleggiamento del pendio (i passaggi in ombra sono più inquietanti) ma anche in parte la presenza degli elementi che caratterizzano l’esposizione. Non è sempre facile sciare con la paura del salto che si farebbe cadendo sopra dei seracchi…

Se la pendenza e l’esposizione sono relativamenre quantificabili, l’impegno è più soggettivo e varia in funzione della personalità, dell’esperienza e dell’allenamento dello sciatore …
La valutazione precisa di un punto (puntuale)
E’ la valutazione di un determinato passaggio di una gita, che viene aggiunto in caso di necessità specifica.

La valutazione puntuale è molto utile, in particolare per indicare un breve passaggio ripido in una discesa globalmente più facile, o per segnalare un passaggio esposto.

La precisazione di passaggi o parti di pendii aggiunta in caso di necessità specifica :

S1 : Percorso facile che non necessità di tecniche particolari per poter avanzare in sicurezza, per esempio, strada forestale.

S2 : Pendii abbastanza vasti, anche un pò ripidi (25°), o percorsi ondulati (livello tecnico di controllo del dèrapages e curve su qualsiasi tipo di neve).

S3 : Pendenze fino a 35° (piste nere le più ripide delle stazioni sciistiche, con neve dura). E’ necessario saper affrontare qualsiasi tipo di neve senza difficoltà tecnica.

S4 : Pendenze fino a 45° se l’esposizione non è troppo forte; a partire dai 30° e fino a 40° se l’esposizione è forte o il passaggio è stretto. E’ indispensabile un’ottima tecnica dello sci.

S5 : Pendenze da 45° a 50° e anche oltre se l’esposizione è debole. A partire da 40° se l’esposizione è forte.

S6 : Oltre 50° se l’esposizione è forte, nella maggior parte dei casi. Altrimenti a partire da 55° per passaggi poco esposti.

S7 : Passaggi a 60° e oltre, o salti di ostacoli su terreno molto ripido esposto.

Queste classificazioni sono stabilite per condizioni di neve favorevole, cosa che non si riscontra spesso sui pendii molto ripidi o estremi. In questo caso ci si basa su condizioni tali che uno sciatore provetto ritenga di avere un margine di sicurezza sufficiente in funzione della qualità reale della neve (cosa quanto mai soggettiva…).
Gli altri parametri della difficoltà.
La classificazione cerca di dare visione oggettiva e standarizzata del livello della gita a livello teorico, ma la difficoltà realmente constatata può variare per una gita in funzione di diversi parametri.
Variazione della difficoltà secondo la neve.
Per avere un’idea dell’importanza della neve nella difficoltà di una gita, riportiamo sotto una tabella comparativa della difficoltà su una data pendenza, in funzione del tipo di neve. I valori sono quelli della valutazione puntuale.
Inclinazione
Tipo di neve 15° 25° 35° 45° 50° >55°
trasformata 1 2 3 4 5 6
polverosa 3 2 2 2 3 4
crostata 3 4 3 3 4 5
dura 2 2 4 5 5 6
ghiacciata 3 4 5 6 6 7
L’importanza del meteo.
Anche la meteo può complicare la vostra gita. Certamente le condizioni meteo vanno ad influenzare largamente la qualità della neve, ma anche la visibilità del terreno (la “giornata bianca” per esempio copre tutte le asperità…) o ancora la dispersione termica (e dunque sulla fatica dell’escursionista).
Gita di una giornata o raid.
Una gita quotata D che voi fate in giornata è meno difficile di quanto sarebbe la stessa gita dopo 5 giorni di raid dormendo in tenda o in un igloo e con uno zaino di 25 kg…

Nota: Tutto il documento è tratto dal sito www.ffme.fr ed è scritto totalmente in francese, con l’aiuto di amici per la traduzione ho potuto riscriverlo in italiano. I passaggi per arrivare al sito originale sono: www.ffme.fe index.htm> Ski de montagne> Cotation.

oli scritto:

http://www.ffme.fr/ski-alpinisme/cotation/echelle-volo.htm

Ecco un link, purtroppo in francese, che spiega bene l’insieme
del sistema