Se il CAI si muove, forse

Posted as guest by Morons61:

CAIRL/PR/06/2008

Milano, 12 Febbraio 2008

Ai Presidenti di Sezione del Club Alpino Italiano – Regione Lombardia

Loro sede

Oggetto: motoslitte

L’incidente in Provincia di Brescia in località Maniva al Dosso dei Galli ha purtroppo, in modo terribile,
dato risposta a quanto ci si aspettava da tempo. Prima o poi, si diceva, sulle nostre.montagne
qualcosa di grave succederà. Già negli anni scorsi, in più occasioni, avevamo stigmatizzato i
comportamenti, secondo noi (e secondo le ordinanze comunali), non corretti di chi, in sella a questi
potenti mezzi (un tempo usati solo per lavoro e soccorso), ha fatto della montagna il proprio luna
park, senza regole e senza rispetto per la natura, verso l’incolumità dei normali frequentatori di luoghi
che con sci, ciaspole o a piedi, godono di spettacoli fatti di silenzio, di profumo di neve e di vento, le
cui tracce si perdono in pochi attimi. Rimarchiamo: senza rispetto per l’ambiente, per la montagna,
che come Club Alpino Italiano abbiamo, per coscienza e statuto, il dovere di tutelare. Ambiente e
montagna violati da queste motoslitte e dai loro conducenti, in totale disprezzo per flora e fauna già
stressata dalle condizioni invernali e in prossimità del delicato periodo riproduttivo.

Le montagne lombarde sono lì, a portata di mano e le persone che frequentano questi luoghi possono
testimoniare in quale condizioni troviamo dossi e versanti, sottoposti ad un attacco spregiudicato e
degradante per il divertimento di pochi e il nocumento di molti.

Già, ma la libertà individuale dove la mettiamo? Anche questo è un problema, ma i nostri occhi
guardano alla montagna e alla sua frequentazione in modo diverso, fatto di valori e non solo di
divertimento. E se proprio vogliamo metterla sul piano della libertà individuale perchè non parliamo
allora della altrettanto (se non più) importante libertà dei “veri” appassionati di montagna di godere
del silenzio e della pace della natura senza essere costretti ad ascoltare il fastidioso rumore delle
motoslitte, senza doverne assaporarne il penetrante puzzo e gli inquinanti gas di scarico, senza dover
rischiare di essere travolti da mezzi meccanici guidati senza patente, senza segni di riconoscimento,
senza assicurazione?

Quali le responsabilità di questa situazione, che coinvolge pesantemente tutte le valli lombarde?.
Crediamo ve ne siano per tutti.

La nostra. associazione, che già 10 anni or sono aveva segnalato il problema, non ha avuto la forza di
insistere per cercare di modificare questo stato di cose. Siamo colpevoli per quanto la nostra forza sia
relativa.

Le amministrazioni comunali, le comunità montane, le Province, la Regione che insieme rispondono del
territorio e delle strade ad esso connesse, e che, con apposite ordinanze definiscono i criteri di
fruizione nel periodo invernale non possono far finta di non conoscere il problema. Ordinanze
stabiliscono divieti , promettono esigue sanzioni, ma che in totale assenza di controlli ed elevazione di
contravvenzioni non rappresentano certo un deterrente temibile. Quasi che la forma valga più della
sostanza.

A livello centrale c’è una legislazione che ignora totalmente le motoslitte, sconosciute al codice della
strada e alla motorizzazione civile.

Crediamo sia giunto il momento di dare una risposta forte per recuperare questa situazione.

Chiediamo che le motoslitte e i loro conducenti debbano essere riconoscibili e identificabili. Targa,
patente, assicurazione, maggiore età, limiti di velocità devono essere, insieme al buon senso, il
corredo normale per l’utilizzo di questi mezzi. E per la stessa incolumità dei motoslittisti crediamo che
l’esame per la patente debba includere anche nozioni di sicurezza in montagna, metereologia,
valanghe: gli interventi del CNSAS del CAI in soccorso di motoslittisti feriti o in difficoltà per scarsa
conoscenza del territorio innevato sono in costante aumento negli ultimi anni.

Per il rispetto che la nostra associazione porta per la libertà individuale, chiediamo l’individuazione di
percorsi certi, sicuri e controllabili dove le persone con motoslitte possano svolgere la loro attività, ma
subordinata alla capacità delle forze di vigilanza di controllare il territorio e sanzionare gli
abusi. E ciò anche per salvaguardare la libertà individuale degli appassionati di montagna, scialpinisti
ed escursionisti.

Chiediamo l’impegno delle Amministrazioni Comunali, Comunità Montane, Province, Regione,
Prefettura a predisporre quanto necessario in termini di ordinanze, progetti e proposte legislative per
regolamentare l’uso delle motoslitte, sia a noleggio che privato, sul territorio regionale ( e nazionale)
perché la regola del prevenire possa evitare ulteriori problemi.

Al Club Alpino Italiano Centrale chiediamo che con noi si faccia promotore di iniziative di supporto
all’azione legislativa, e a incrementare con azioni opportune la conoscenza dei pericoli della montagna,
affinché le parole “esperienza e prudenza” abbiano un vero significato.

Alla Istituzioni chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati, per
approfondire il tema, valutare proposte, trovare soluzioni rapide, prima della prossima tragedia. E
soprattutto, una volta varate le norme, farle rispettare.

Certi della Vs. attenzione, in attesa di riscontro, cortesemente salutiamo.

Per Comitato Direttivo Regionale

Il Presidente

(Guido Bellesini

sottoscrivo
Ai@ce

Speriamo in bene.