Sci e Global Warming

Posted as guest by Ai@ce:

leggo e riporto da Reuters:
Europe’s ski business faces meltdown
Wed Dec 13, 2006 11:36 AM GMT

By Brian Love

PARIS (Reuters) - Global warming could devastate the ski resorts of Europe within decades, especially in lower-lying areas, the Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) said on Wednesday.

« Of the countries studied, Germany is most at risk, » the OECD said in a statement. Austria and Italy were next followed by France and Switzerland.

Banks in Switzerland are already refusing to lend money to ski outfits below an altitude of 1500 metres, said Shardul Agrawala, an official conducting a two-year OECD investigation into the threat from rising temperatures.

« Some of the smaller operations are already closing up. »

Alpine resorts are experiencing the warmest weather in 1,300 years, according to one climatologist. Experts say the mildness may be a natural freak but many suspect it is linked to greenhouse gases caused by human burning of fossil fuels.

The Paris-based OECD said its work was a first, systematic cross-country study of the Alpine region, covering 666 slopes.

About 90 percent of the 666 slopes had enough snow cover for a reasonable period each year, namely 100 days or more, it said.
A one-degree rise in temperature would knock the number with decent snow cover down to 500. That was a change likely to take place by 2020-2025, according to best estimates, said Agrawala.

A two-degree rise would reduce the number of viable slopes to 400, something that could occur by 2050, and a four-degree rise, which is on the cards for the end of the century, could cut the number to just 200.

« Tourism in the Alps is a key contributor to the economy of Alpine countries, » the OECD said. « There are 60-80 million tourists and some 160 million ‘skier days’ in France, Austria, Switzerland and Germany each year. »

Making artificial snow was environmentally damaging and would in any case be useless above a certain temperature, the OECD said.

In terms of regions, the Alpes Maritimes area closer to the Mediterranean was vulnerable, as were Steiermark-Styria in Austria and Italian Friuli-Venezia-Giulia.

The Grisons, Valais, and Savoie areas of Switzerland, and the Swiss-French border area were less at risk.

« Plastic sheeting can protect glaciers but will not prevent the eventual loss of glaciers if warming trends continue, » the OECD, a think-tank for 30 mainly industrialised economies, said.

[%sig%]

Posted as guest by Mame:

E’ già da qualche anno che in Svizzera di fatto non vengono più finanziati anche con contributi pubblici nuovi impianti e/o ristrutturazione di vecchi sotto una certa quota, probabilmente i 1500m che vengono citati (avevo in mente 1200).

Di sicuro vi è l’aumento in media delle temperature accompagnato però secondo me da un fattore ancora più grave ovvero la mancanza di precipitazioni in autunno e in inverno (e in questi ultimi 10 anni anche in primavera ormai): i ghiacciaii a mio avviso soffrono per questo effetto combinato ma se ci fossero almeno precipitazioni più abbondanti la situazione non sarebbe così drammatica. Alle stesse conclusioni era arrivato uno studio mi sembra dell’Aineva che vedeva nella drastica riduzione delle precipitazioni (quantomeno sul versante sud delle Alpi) la causa principale dello smagrimento dei nevai e ghiacciai.

Poi diciamolo, rispetto a 40 anni fa lo sci è diventato un business spinto all’estremo dove per forza la stagione deve durare da metà novembre ad inizio maggio a prescindere da tutto.

Ciao

Posted as guest by guido:

Anch’ io la vedo più come Mame. Nel particolare di posti dove tipicamente le temperature erano troppo basse per permettere nevicate invernali redditizie, (p.es. Livigno, Engadina, ecc.),negli ultimi anni, per singolo evento, molto spesso ne ha fatta di più proprio perchè nevicava a temperature prossime allo zero invece che troppi gradi sotto… ma purtroppo, nevica / piove sempre più di rado, vedi anche la situazione di sorgenti e bacini, o della quantità e qualità dei pascoli estivi in quota.
Proprio in questi giorni su Meteosvizzera ci sono brevi letture interessanti che confermano sensazioni personali (che, per loro natura, dovrebbero essere più limitate di registrazioni sistematiche,no?).
Un’ altra cosa che mi sembra di notare: sapevo che sui ghiacciai si deposita neve in quantità in primavera, specialmente avanzata ( in inverno troppo freddo e troppo vento).
Ma se anche in primavera abbiamo avuto molti anni siccitosi tra gli ultimi…e pensare che tra le ultime estati non tutte sono state torride, oggettivamente. Poi, ormai è un luogo comune ma è vero,precipitazioni meno frequenti ma più violente,il che vuol dire vento che appiccica neve dappertutto ma poco o niente su pendii larghi.
Mi ricordo molto bene il Gervasutti al Tacul circa 25 anni fa, da qualche anno d’estate è una pietraia, eppure è molto più in alto che, p.es.,i canali del Petit Mt.Blanc.e seguenti che arrivano sul Miage.
Ma è verificato che qualche secolo fa passavano il colle del Lys con le bestie senza pestar neve?

Posted as guest by mamo:

[quote]guido scritto:

Ma è verificato che qualche secolo fa passavano il colle del Lys con le bestie senza pestar neve?[/quote]

Assolutamente no .
I passaggi tra il Vallese e il versante meridionale del Rosa , documentati da fonti certe ( documenti sui flussi migratori delle popolazioni Walser ) erano : il passo di Monte Moro , il passo del Teodulo e il Sempione .
Il passo del Weissthor , sopra Macugnaga , era frequentato da pellegrini , non da carovane con armenti .
Il Lysjoch e il Felikjoch non erano transitati ne da persone ne da bestie in quei periodi .
ciao mamo

Posted as guest by gianluca:

ma per il Teodulo non si diceva che resti di antiche mulattiere sparivano sotto il ghiacciaio ( e quindi…) ??

Posted as guest by guido:

In effetti mi sembra un po’ grossa, però la tirano fuori quando si parla di clima in montagna. Anche qualche giorno fa in una trasmissione Rai nel primo pomeriggio l’ha citata una guida anziana Carrel. Mi sembra che esista una leggenda locale anche su una città sepolta dai ghiacci proprio da quelle parti lì ( all’ inizio dei racconti sarà stata una baita…) con relativi abitanti, e questa sarebbe una figata molto meglio di Atlantide.
E sarà verificato l’ antico passaggio Chamonix-Courmayeur attraverso il Colle del Gigante abbandonato con la « piccola era glaciale »?
Rimangono degli interrogativi: cosa le portavano a fare le mucche da una parte all’ altra?
E se si, come mai le nostre sono tutte brune (alpine) e le loro pezzate bianconere o al massimo lillà Milka?
Ciao

Posted as guest by guido:

Dimenticavo: forse può interessare che invece dalle mie parti si scrive sui depliant turistici e sul sito web del paese che il nome della frazione sotto la mia, « Bordogna » (mt.600 circa in provincia di Bergamo), deriva da « bordo » perche’ anticamente era in riva al mare,c’era il porto e vi attraccavano le navi.
Chissà: i Fenici, Ulisse, i Vichinghi…

Posted as guest by Ai@ce:

mi avete svaccato il thread con le mucche lilla’ che brucano al colle del gigante.
sigh
Ai@ce

Posted as guest by guido:

A nanna! che tra poco si va al Maloja a produrre PIL.

Posted as guest by Lorenzo:

Sapete che noi scialpinisti siamo tra i maggiori produttori di CO2 legate ad attività sportive, ogni volta facciamo centinaia di km in macchina per guadagnarci una gita in condizione…
Forse inquiniamo di più noi con le nostre macchine che una motoslitta che va per mezza giornata di continuo…
io ultimamente scelgo quasi sempre gite vicine a casa e se non ci sono le condizioni faccio una passeggiata, giro in bibi.
ciao Lorenzo

Posted as guest by Rovedatti Giovanni:

Questa voce era apparsa sul bimestrale del CAI scritta da G: Kappenberger ma quelli che usano per spostarsi l’aereo quanto inquinano???
Ai voglia di fare giti di scialpinismo o no.
Ciao Giò.

Lorenzo scritto:

Sapete che noi scialpinisti siamo tra i maggiori produttori di
CO2 legate ad attività sportive, ogni volta facciamo centinaia
di km in macchina per guadagnarci una gita in condizione…
Forse inquiniamo di più noi con le nostre macchine che una
motoslitta che va per mezza giornata di continuo…
io ultimamente scelgo quasi sempre gite vicine a casa e se non
ci sono le condizioni faccio una passeggiata, giro in bibi.
ciao Lorenzo

Posted as guest by mamo:

Bravo ! Così mi piacci , serio e incazzato nero !
ciao mamo

Posted as guest by Giorgio:

E’ difficile fare un bilancio esatto del ‹ peso › inquinante di una attività, ma è ovvio che 30 minuti di motoslitta ‹ pesano › meno di 3 ore di auto, ma dobbiamo tener conto anche che chi va in motoslitta usa l’auto da casa sua al luogo dove può andare; inoltre costruire una motoslitta ha sicuramente impiegato più energia che non una o due attrezzature scistiche individuali.

Ma al di la della oggettività (non facilmente misurabile) energetica, c’è anche una soggettività non meno importante: non c’è dubbio che andare in motoslitta su e giù per un bosco inquina come andare su è giù con una moto in strada, ma la strada è fatta per i mezzi e tutti ne accettiamo l’uso (e l’inquinamento che ne deriva), il bosco (fintanto che c’è) è fatto per gli esseri umani a piedi e per i (pochi) animali che ancora li popolano.

Se trasgrediamo regole limitative, non solo aumenteremo (comunque) l’inquinamento, ma ci rovineremo la vita.