Posted as guest by Fabrizio Righetti:
Buona giornata a tutti,
Ieri sulle magre ma più che dignitose nevi del Chilcalphorn un gruppo di skirandisti si è trovato per un bel raduno sciistico. Nulla di combinato ma probabilmente il fiuto per la neve od il fato ci hanno inesorabilmente guidati gli uni verso gli altri e nell’ombrosa Hinterrhein è avvenuta la magica congiunzione. Dopo i preparativi, ben nove paia di sci iniziano a scivolare sulle gelate e ‘stanche’ nevi a ridosso del paese e ad inalzarsi sul ripido pendio posto alle spalle. Il ritmo è subito elevato tanto che non avrebbe sfigurato alla Pierra Menta e quindi rapidamente usciamo dal cono ombroso delle montagne per ritrovarci nella bella luce invernale delle Alpi.
La velocità imposta è al limite delle possibilità dis-umane del gruppo e le lamine grattano disperatamente sulla neve gelata nel tentativo di non perdere aderenza e terreno (il rumore ricordava gli zoccoli equini che scivolano sui sanpietrini delle gare paesane). E così come si snocciolano i grani del rosario anche il nostro gruppo inizia inesorabilmente a sgranarsi. Del resto in assenza di un bergführer di marca svizzera era impensabile rimanere tutti uniti in una geometrica fila indiana, eravamo ‘puledri’ allo stato brado. All’alpeggio la scissione è ormai conclamata e mentre il gruppo di testa con il sottoscritto, Stefano, Mamo, Marantz e Pachy si dirige verso la meta prefissata, Morosini e gli altri piegano gli assi verso N in direzione del Wenglispitz.
Salendo capiamo che la situazione è meglio di quel che avevamo previsto e che probabilmente la neve avrebbe regalato qualche bella curva. Comunque, un po come avviene per i missili lunari che sono composti da vari moduli che si separano progressivamente anche il nostro gruppetto subisce un’ennesima scissione. Io e Stefano a testa bassa scaldiamo le solette degli sci sulla traccia di salita e puntiamo alla cuspide finale i riders con passo più controllato seguono a ruota (volevano preservare la muscolatura per la fase successiva).
In vetta avviene la comunque la ricongiunzione e ci godiamo per un po il bel sole.
Poi ……all’inequivocabile TAKAJUUUU proferito dal Mamo caliamo selvaggiamente verso valle. Qui i riders mostrano agli skirunner del Niguarda le loro doti scivolatorie esibendosi in evoluzioni di alta scuola circense (circo bianco) e come cani da trifola si gettano alla ricerca dei fazzoletti nevosi ancora intonsi o quasi. Pachy immortala con alcuni sapienti scatti le azioni più rappresentative tanto che National Geographic si è già allertata per una trattazione privata del prezioso materiale fotografico (le copyright andranno agli eredi del Mamo e del Marantz).
Tra una curva e l’altra anche questa avventura volge al termine e l’ombra della valle cala come un sipario su questa bella giornata vissuta tutti insieme sulle montagne.
Concludo augurandomi altre uscite di tal stampo, con altri amici come Arrigoni che comunque aveva calcato le medesime nevi il giorno prima e Rovedatti che mi immaginavo sulla prospiciente vetta del Breitstok e che invece ha preferito rimanere in terra valtellinese.
Fabrizio