Incidente valanga, Val di Poschiavo

Posted as guest by Ai@ce:

ricopio qui il messaggio di Gianluca perchè sia visibile a tutti.
A.

Autore: morons61 (host158-25.pool80104.interbusiness.it)
Data: 20 feb 2006 21:37

Da « La Provincia di Sondrio » del 20.02.2006

Le ricerche del soccorso elvetico sono state ostacolate dalle condizioni proibitive del tempo - I volontari lo hanno trovato privo di vita in tarda serata Travolto da una valanga: muore un tiranese Era uscito dopo pranzo con un amico per un pomeriggio all’insegna dello scialpinismo nei monti sopra Poschiavo

tirano Un uomo di Tirano di 40 anni, Giorgio Della Bona, ha perso la vita nel pomeriggio di ieri sui monti sopra Poschiavo. Era uscito di casa con un amico subito dopo pranzo per dedicarsi allo scialpinismo. Poco dopo aver messo gli sci ai piedi, però, la comitiva è stata travolta da una valanga in località Quadrato, sopra Selva, nel territorio comunale poschiavino. L’amico che era con lui, riuscito a scampare alla massa nevosa, ha potuto fare rientro a casa già ieri sera. Di Giorgio Della Bona, invece, nessuna traccia. I soccorritori svizzeri, entrati in azione subito dopo il distacco della valanga, lo hanno trovato soltanto in serata. Ormai non c’era più niente da fare. Viste le proibitive condizioni meteo, non è stato possibile utilizzare l’elicottero e per pattugliare la zona della valanga, poco sopra i 1.500 metri di quota, si sono attivati dodici elementi appartenenti a una colonna di soccorso dotata anche di unità cinofile. I soccorritori hanno dovuto lavorare in condizioni difficilissime. Oltre alla fittissima nevicata che limitava la visibilità a pochi metri, bisognava fare i conti con lo spesso strato di neve fresca nella quale si affondava per più di mezzo metro. Un manto instabile, oltretutto, al punto che il rischio che si possano staccare altre valanghe è considerato molto elevato. A partire dal tardo pomeriggio, la notizia si è rapidamente diffusa in tutta Tirano dove Giorgio Della Bona è conosciutissimo. Intanto perché lavora come pasticciere nella storica pasticceria Tognolini di via Lungo Adda. Poi per la sua passione per lo scialpinismo che lo ha portato a partecipare alle manifestazioni più seguite di tutta la provincia. Recentemente ha partecipato anche a una gara in notturna a Bormio, animato più dal puro amore per la montagna che da un vero e proprio spirito di agonista. Soprattutto negli anni scorsi, si è dedicato anche alle gare di ciclismo. Un ragazzo buono: così, semplicemente, lo ricordano i tanti, tantissimi, che lo conoscevano. Riccardo Carugo

Yura scritto:

Grazie delle preziose info Giò. Come sempre super preciso e
dettagli da far invidia a Meteo Svizzera.

Hai saputo dell’ incidente che ha provocato una vittima
Valtellinese ?? Mi pare sia successo in zona Poschiavo.

[%sig%]

Posted as guest by Angelo:

un pensiero :frowning:

Posted as guest by Giovanni Rovedatti:

Ho sentito la tv locale ieri sera e dicevano che i 2 amici che sembra non disponnevano nè di ARVA PALA E CELLULLARE, il caso vuole che si sono persi minuti preziosi nel salvataggio, peccato per il poveretto, ma se per essere leggeri si deve rinunciare a queste attrezzature è meglio rifletterci sopra.
Ciao Giò.

Posted as guest by criss:

Quando succede un incidente in montagna tutti si sentono in grado di fare commenti « se però, io però ecc… » senza pensare che questi commenti possono solo amareggiare i compagni sopravissuti.
Gli alpinisti dovrebbero essere quelli che maggiormente offrono solidarietà in quanto essi stessi affrontano situazioni simili.

Posted as guest by mamo:

Ma il luogo dove è successo l’incidente ?
Qualcuno che conosce bene la zona e che ha capito dove sia avvenuto l’incidente , può dare delle informazioni in più ?
Erano in un bosco ? Bosco fitto di conifere ?
Su pendii aperti ? A che quota ? Quanta neve fresca c’era ?
ciao mamo

Posted as guest by Giovanni Rovedatti:

MAGARI UN GIORNO, CHE SPERO NON MI CAPITI MAI, SARO’ IO A TROVARMI DI PERSONA IN QUESTA SITUAZIONE, MA ALMENO POTRO’ DIRE DI AVER PROVATO A FARE LA PRIMA RICERCA ,MAGARI ANCHE SENZA SUCCESSO E DI NON FARMI TROPPI RIMORSI DI COSCENZA A PENSARE SE AVEVO SE AVEVO SE AVEVO, POTEVO AVERE FATTO DI PIU’.
COMUNQUE SIA IL POVERETTO E’ MORTO, PURTROPPO.
CIAO GIO’.criss scritto:

Quando succede un incidente in montagna tutti si sentono in
grado di fare commenti « se però, io però ecc… » senza pensare
che questi commenti possono solo amareggiare i compagni
sopravissuti.
Gli alpinisti dovrebbero essere quelli che maggiormente offrono
solidarietà in quanto essi stessi affrontano situazioni simili.

Posted as guest by mamo:

Quota e quantità neve sono già conosciute ; ma il tipo di terreno ?
Dubito fossero in un bosco , o almeno non fitto . Giusto ?
Mi corregga chi conosce quei posti .
Le discussioni di questo tipo possono essere sempre utili per approfondire le proprie conoscenze .
ciao mamo

Posted as guest by Giovanni Rovedatti:

QUESTE NOTE SONO STATE REDATTE DAL SITO DELLE VALANGHE SVIZZERO ALLA VOCE: INCIDENTI DI VALANGA.
PER UNA PIU’ DETTAGLIATA INFORNAZIONE GUARDA IL SITO. WWW.SLF.CH.

19.2.2006 DATA INCIDENTE
Quadrada, Poschiavo LOCALITA’

(ca. 798980 / 130000) COORDINATE VEDI SULLA CNS 1:25000 POSCHIAVO GR-CH

ca. 2140 m ALTITUDINE
NNE ESPOSIZIONE

mamo scritto:

Quota e quantità neve sono già conosciute ; ma il tipo di
terreno ?
Dubito fossero in un bosco , o almeno non fitto . Giusto ?
Mi corregga chi conosce quei posti .
Le discussioni di questo tipo possono essere sempre utili per
approfondire le proprie conoscenze .
ciao mamo

Posted as guest by mamo:

Grazie Giò , preciso come sempre .
ciao mamo

Posted as guest by Ai@ce:

mah secondo me i rimorsi ci sono comunque dato che gli incidenti capitano soprattutto in condizioni critiche.
Ad esempio anche con tutta l’attrezzatura un esame di coscienza su quante volte ti sei esercitato ad usare l’ARVA a fine gita ti viene da fare.
Poi bisogna anche riflettere sui sopravvissuti, sulla fragile condizione psicologica in questo momento e quindi frenare la lingua e le dita sulla tastiera. Lo so anch’io la pala, la sonda etc, ma ci sono dei morti e di fronte a ciò inutile pontificare, non serve a niente, ciascuno tragga il prpio insegnamento.

Per esperienza personale, anche se non si trattava di valanga, la mia ragazza si è rotta tibia e perone (frattura spiroide composta) in un banale fuoripista. Sfiga, ok, ma:

non era assicurata,

eravamo fuori pista (a 50 metri dalla pista);

eravamo con una guida alpina e non con un maestro di sci;

gli attacchi non erano stati controllati.

poi posso trovare tutte le giustificazioni ma comunque ha saltato una stagione (l’inverno 2000-2001, la meglio degli ultimi anni), non è stata risarcita, la guida non ha subito alcun richiamo (è proibito portare fuori pista, almeno a Bormio).

ciao,
Ai@ce

Posted as guest by lazzaro:

Sono notizie che ti fanno veramente pensare, specialmente se le vittime sono degli esperti. Io sono dell’avviso che è meglio non dare giudizi, cerchiamo di essere prudenti e informati.
GIULIANO

Posted as guest by cimaxi:

Sono anni che si insiste su A.R.VA. PALA E SONDA come dotazione individuale indispensabile e sull’autosoccorso come unica possibilità di salvamento di un sepolto.
Chi non porta la dotazione non farà mai gruppo con il sottoscritto!
Ai corsi vengono ribadite fino alla noia cautele per la salita ed esercitazioni di autosoccorso.
Speriamo che queste tragedie, che non saranno le ultime, servano ai giovani che si avvicinano allo sci-alp. ad ascoltare più che mai le tediose raccomandazioni dei corsi, ricordando che A.R.VA. PALA E SONDA si portano per altruismo verso i compagni, e che la montagna se anche sei un esperto, non lo sa!..
Il mio non vuole essere un giudizio, ma solo l’auspicio che possa essere utile motivo di riflessione ai neofiti dello sci-alp e quindi di skirando.

ciao
Max.

[%sig%]

Posted as guest by Fabrizio Righetti:

Ciao a tutti, anch’io colgo questa triste occasione per fare un paio di considerazioni personali.
Prima di tutto sono d’accordo con cimaxi che dice una cosa sacrosanta sul fatto che avere la dotazione di soccorso è un segno di altruismo ancor prima che di ‹ egoismo › , quindi per rispetto di chi ci accompagna se non per noi è bene essere equipaggiati.
La miglior prevenzione alle valanghe è ovviamente quella di saper rinunciare quando le condizioni non sono idonee, ma è proprio questo il problema. Noi tutti, o quasi, sappiamo sempre trovare una giustificazione alle nostre scelte ed anche con rischio 5 riusciamo magari a motivare un’uscita dicendo che è in un bosco, che è poco ripida e via dicendo…, alla fine chi ci tradisce non è la montagna (bontà sua) ma la fiducia in noi stessi su cui spesso basiamo le nostre azioni in montagna. Quante volte ti senti dire o dici: ‹ abbi fiducia nel mettere il piede › se ci pensate è assurdo avere fiducia in montagna è un’azzardo la ‹ fiducia › come la ‹ fede › implicano il credere anche quando le evidenze negano. Ma molti di noi si muovono e continueranno a muoversi così fa parte della nostra cultura.
Il problema alla fine, come la vita ci insegna, non è tanto per chi muore ma per chi rimane: la famiglia, soprattutto i figli che rimangono a piangere chi se ne è andato con l’unica ‹ magra › consolazione che la persona cara se ne è andata facendo quello che amava, ma ripeto è un’amarissima consolazione
lo so che rischio di cadere nella retorica, ma è così davanti alla morte la nostra piccolezza di esseri umani ci obbliga alla ricerca dei perchè e dei per come quasi a cercare di placare, con una ragione, un senso di impotenza nei confronti degli eventi.
Concludo con un pensiero alla famiglia della vittima ed anche però con un augurio a tutti voi di felici giornate in montagna.
Fabrizio

Posted as guest by criss:

Sono d’accordo con Ai@ce, per quanto riguarda l’uso dell’ARVA sonda e pala, è vero che spesso non si ha abbastanza dimestichezza per usarli in situazioni in cui i secondi sono importanti.
Io sono stata testimone di un incidente in cui sono morte delle persone travolte da una valanga, la guida che accompagnava il gruppo era talmente scioccata che non è riuscita a prendere in mano subito la situazione ed era un professionista.
Altri invece, non professionisti, si sono immediatamente resi conto della situazione, cominciando immediatamente le ricerche.
ciao
Ai@ce scritto:

mah secondo me i rimorsi ci sono comunque dato che gli
incidenti capitano soprattutto in condizioni critiche.
Ad esempio anche con tutta l’attrezzatura un esame di coscienza
su quante volte ti sei esercitato ad usare l’ARVA a fine gita
ti viene da fare.
Poi bisogna anche riflettere sui sopravvissuti, sulla fragile
condizione psicologica in questo momento e quindi frenare la
lingua e le dita sulla tastiera. Lo so anch’io la pala, la
sonda etc, ma ci sono dei morti e di fronte a ciò inutile
pontificare, non serve a niente, ciascuno tragga il prpio
insegnamento.

Per esperienza personale, anche se non si trattava di valanga,
la mia ragazza si è rotta tibia e perone (frattura spiroide
composta) in un banale fuoripista. Sfiga, ok, ma:

non era assicurata,

eravamo fuori pista (a 50 metri dalla pista);

eravamo con una guida alpina e non con un maestro di sci;

gli attacchi non erano stati controllati.

poi posso trovare tutte le giustificazioni ma comunque ha
saltato una stagione (l’inverno 2000-2001, la meglio degli
ultimi anni), non è stata risarcita, la guida non ha subito
alcun richiamo (è proibito portare fuori pista, almeno a
Bormio).

ciao,
Ai@ce

Posted as guest by il nipote:

Mi chiamo Giovanni e sono il nipote di Giorgio vorrei ringraziare tutte le persone che sono state presenti al funerale di mio zio ,e quelle che sono state vicine alla nostra famiglia.
tutti abbiamo cercato di dare una spiegazione a quello che è successo con vari se e i ma…
e ancora non mi capacito .
sono molto vicino anche all’amico G.p. che era con lui quel pomeriggio.
ha fatto il massimo che ha potuto per poterlo salvare…
un saluto
a tutti

Giovanni