Posted as guest by Fabrizio Righetti:
No non è un tentativo da parte dell’anatide di copiare kle gesta del pioniere Kurz…
Il topic riguardante l’apertura del klausen-pass mi riporta inevitabilmente alla mente la dantesca visione di centinaia di teutonici che a capo chino e mesti ogni anno risalgono le innevate pendici del Clariden. Bello il Clariden ma sfortunato nella sua collocazione geografica che lo rende metà di ripetuti assalti germanici che rassegnati sputano l’anima e trascinano i loro pesanti zaini colmi di chissà che cosa sui suoi pendii. Le dimensioni dello zaino proprio rimangono un mistero, ma che cosa hanno dentro se poi loro i panini con il salame non li mangiano!
E per completare il quadretto: il loro abbigliamento che analogamente a quello dei loro compatrioti motociclisti si spinge al massimo al grigio ma con una netta predominanza del nero. Questo tipo di rappresentazione che ha il suo palcoscenico principale (la Scala della situazione) qui al confine tra i cantoni di Uri e Glarner trova comunque degne repliche su molte montagne alpine. Spesso il direttore d’orchestra è un bergfuhrer attempato che in capo a tutti tira una traccia che al pari delle ferrovie Retiche non deve superare pendenze superiori al 20 per mille. Risultato di tale approccio 150 massimo 200 m di dislivello orari vetta raggiunta nelle prime ore del pomeriggio e discesa intorno alle 16 giusto per arare profondamente il manto nevoso ormai ridotto a granita e consegnarlo impietosamente al rigelo notturno. Il giorno dopo gli skyrunner nostrani di turno trovano nella loro discesa mattutina insidiosi binari che attendono i loro sci.
L’attacchino seppur costruito oltralpe viene guardato se non con disprezzo con meraviglia e perplessità nella convinzione tutta germanica che il peso faccia robustezza quasi si trattasse di una lavatrice Miele (peraltro ottima).
A loro discolpa devo dire che spesso sono dei buoni sciatori e che si prodigano in belle serpentine anche sulle nevi più ostiche. Ovviamente nessuno deve sgarrare e tentare un assolo altrimenti il bergfuhrer li redarguisce.
Ahimè, questo tipo di sonata è stato più volte copiato anche da gruppi nostrani e blasonate scuole CAI. Non c’è più religione e non ci son più le stagioni (ma che caldo fa in sti giorni!).
Fabrizio