Arva digitale Fitre RT3

Posted as guest by Rudy:

Vorrei acquistare un arva digitale, il mio negoziante di fiducia mi ha proposto ad un prezzo interessante il nuovo arva della Fitre RT3. Se qualcuno l’ha già utilizzato potrebbe darmi delle indicazioni sulla qualità e l’affidabilità di questo strumento?
Grazie.

Posted as guest by Ai@ce:

provalo e fai un confronto con pieps, tracker e mammut. te ne renderai conto da solo.
ti do una sintesi di quanto provato sul campo da un gruppo di istruttori.
ciao.
Ai@ce
I NUOVI ARVA DIGITALI A DOPPIA ANTENNA

©2005 by Giulietto & Ai@ce & LorenzOrobico

Definizioni

Un ARVA si definisce digitale quando il segnale analogico ricevuto dall’antenna (o dalle antenne) viene campionato e successivamente elaborato da un microprocessore in logica digitale.
In questa accezione molto estesa è possibile fare delle distinzioni.
Un ARVA viene comunemente identificato come « digitale » (in senso allargato, quindi anche a scopo pubblicitario) quando il segnale ricevuto viene presentato all’utilizzatore tramite un display a cristalli liquidi (almeno l’intensità del segnale); l’apparecchio è in grado di fornire anche indicazione della direzione, indipendentemente dalle procedure di utilizzo, se è fornito di almeno due antenne.

Funzionamento

n base a queste premesse sul mercato troveremo ARVA digitali con una, due e anche tre antenne.
Nel caso di una sola antenna l’apparecchio non distingue la direzione ma è compito dell’operatore individuarla secondo la tecnica di ricerca.
Nel caso di apparecchi a due e tre antenne vengono fornite, in fase di ricerca (ricezione), diverse informazioni:

  1. la direzione di ricerca sul display mediante delle frecce;
  2. una indicazione numerica decrescente con l’avvicinarsi all’apparecchio trasmittente (proporzionale ai metri di distanza ma non coincidente);
  3. un segnale sonoro variabile in intensità e frequenza alla distanza dall’apparecchio trasmittente.

Il segnale analogico trasmesso sulla frequenza internazionale di 457 kHz viene ricevuto dalle antenne dell’ARVA digitale, campionato dal microprocessore, elaborato e « restituito » all’utente mediante le tre informazioni sopra elencate.
La freccia indicatrice della direzione è il risultato dell’interpolazione dell’intensità del segnale ricevuto dalle antenne. Dal momento che l’intensità è massima quando le antenne ricevente e trasmittente sono coassiali (caso di antenna ricevente sulla linea di campo dell’apparecchio trasmittente), l’apparecchio è in grado di fornire una indicazione della direzione che massimizza l’intensità del segnale ricevuto, cioè di percorrere la linea del campo elettromagnetico del trasmettitore. (fig. C10-19)

L’angolo di ricezione tra le antenne è di 90 gradi rispetto alle linee di campo del trasmettitore. (fig. C10-20) Inoltre viene fornita una stima numerica della distanza dal trasmittente in base all’intensità del segnale. Per mantenere la conformità con l’utilizzo degli apparecchi analogici viene solitamente fornito anche un segnale sonoro variabile in intensità e frequenza alla distanza ma esso è variabile in maniera discreta (stabilita dal costruttore) e non in maniera continua come in un apparecchio analogico. Questo vuol dire che non abbiamo un infinita varietà di frequenze del « bip » di segnale captato ma solo due-quattro diverse frequenze chiaramente distinguibili tra loro.
Durante la fase di ricerca si hanno diverse informazioni captate dall’apparecchio che vengono elaborate da un processore e restituite tramite una interfaccia variabile da produttore a produttore ma, in linea di massima si hanno sempre:

  1. una freccia indicatrice della direzione;
  2. un display numerico per l’intensità;
  3. un segnale sonoro. La freccia indicatrice della direzione è il risultato dell’interpolazione dell’intensità del segnale ricevuto dalle antenne. Dal momento che l’intensità è massima quando le antenne ricevente e trasmittente sono coassiali (caso di antenna ricevente sulla linea di campo dell’apparecchio trasmittente), l’apparecchio è in grado di fornire una indicazione della direzione che massimizza l’intensità del segnale ricevuto, cioè di percorrere la linea del campo elettromagnetico del trasmettitore. L’angolo di ricezione tra le antenne è di 90 gradi rispetto alle linee di campo del trasmettitore.
    Inoltre viene fornita una stima numerica della distanza dal trasmittente in base all’intensità del segnale. Per mantenere la conformità con l’utilizzo degli apparecchi analogici viene solitamente fornito anche un segnale sonoro variabile in intensità e frequenza alla distanza ma esso è variabile in maniera discreta (stabilita dal costruttore) e non in maniera continua come in un apparecchio analogico.

funzionamento doppia antenna
L’angolo di ricezione dell’ARVA è sempre riferito all’orientamento tra le due antenne. In questo caso la ricevente RX e la trasmittente TX sono entrambe orizzontali; il segnale più forte è al centro. La direzione di marcia segue la linea di campo.
[Fonte: Manuale di sci alpinismo del CAI, ed. 2004]
Quindi in fase di ricerca si hanno diverse informazioni captate dall’apparecchio che vengono elaborate da un processore e restituite nel modo che il produttore ha deciso di costruire l’interfaccia.

Portata

Ci sono a questo punto delle distinzioni tra i diversi apparecchi. Il segnale può essere elaborato digitalmente (comparsa di indicazione numerica sul display) solo quando ha una certa intensità oppure quando l’onda trasmessa ha una forma molto precisa e identificabile (la norma UNI XXXXXXXXXXXX specifica l’intervallo di confidenza in cui il trasmettitore può trasmettere).
Questo limite di elaborazione allo stato attuale delle tecnologie si colloca intorno ai 10-20 metri di distanza tra trasmettitore e ricevente posti in aria libera. Si parla quindi semplicemente di portata utile di un ARVA digitale senza distinzione tra portata massima e portata minima come avviene per gli apparecchi analogici.
Alcuni apparecchi hanno la possibilità di ricevere il segnale analogico e di restituirne il suono escludendo l’elaborazione digitale (nessun numero sul display ma indicazione sonora). In questo modo aumentano la sensibilità dell’apparecchio sfruttando quella dell’utilizzatore. La modalità analogica di ricezione è utile in fase di prima ricerca del segnale e, per alcuni apparecchi, in fase finale. Gli apparecchi che utilizzano questa modalità mista segnalano il passaggio da analogico a digitale nella fase 2 di ricerca. Nello specifico il modello Mammut-Barrivox ha la possibilità di essere utilizzato anche in modo analogico su piccole distanze e di essere configurato per questo dall’utilizzatore.

La ricerca multi-sepolto
La ricerca di più apparecchi trasmettitori con un apparecchio digitale è problematica. Con gli apparecchi analogici l’abilità dell’utilizzatore permette di distinguere i diversi segnali e « concentrare » la propria attenzione su uno solo di questi in modo da isolarlo dagli altri e procedere alla localizzazione.
Nel caso degli apparecchi digitali, non potendo fare ricorso all’abilità dell’utilizzatore si è dovuto fare ricorso all’elettronica ed a particolari accorgimenti che sono riconducibili sostanzialmente a due:

  1. limitare il campo di ricezione, cioè fare in modo che le antenne ricevano segnali emessi in un raggio (« cono ») più piccolo, autolimitando quindi la capacità dello strumento e di fatto escludendo le linee di campo emesse da un altro strumento;
  2. altra soluzione è quella di differenziare il segnale dei trasmettitori in modo da poterli qualificare, in base alla caratteristica dell’onda elettromagnetica emessa è possibile distinguere diversi apparecchi emettitori e quindi lasciare all’utilizzatore la decisione di concentrarsi su uno rispetto ad un altro.

Il primo metodo ha come rovescio della medaglia che occorre un’ottima pratica per applicarlo e che in casi particolari può essere controproducente. Il secondo invece affida tutto alla capacità dell’apparecchio di distinguere diversi segnali cosa che può ragionevolmente essere compiuta per un numero limitato di apparecchi in trasmissione (massimo 2 per i modelli ora in commercio).

« falsi massimi »
Infine un accenno al fenomeno dei cosiddetti « falsi massimi » ovvero dei massimi di segnale percepibili da un apparecchio ricevente quando il trasmittente si trova a notevole profondità (maggiore di 1m).
Nei casi di seppellimento profondo le linee di campo possono avere un orientamento verticale oppure orizzontale quando arrivano in superficie. Un apparecchio ricevente in superficie, con antenna parallela alla linea di campo, segnalerá un massimo anche se la linea di campo non è in prossimitá dell’apparecchio. Di fatto i « falsi massimi » si localizzano su una traccia circolare sulla superficie della neve con un raggio proporzionale alla profonditá dell’apparecchio trasmettitore (da 2 a 5 metri per seppellimenti inferiori ai 3 m).
In questi casi un apparecchio a tre antenne riceventi è in grado di indicare la profonditá del trasmettitore mentre un apparecchio a due antenne obbliga ad una complicata manovra di localizzazione.
Per ulteriori informazioni si consiglia la lettura del manuale del CAI « sci alpinismo », edizione 05/2004, capitolo 10

Una sintesi dei risultati delle prove della scuola
Le ultime prove del Dicembre 2005

ARVA testati:

* Vecchi analogici
* Digitali: Ortovox X1, Fitre Snowbip RT3, Tracker DTS, Barivox Mammut, Pieps DSP

I test effettuati sono stati in particolare: ricerca con sepolto a profondita` > 1m (con ausilio di sonda, arva in una sacca scarponi), anche con presenza di un secondo segnale.
Risultati:

  1. Gli analogici rimangono validi strumenti per chi e abituato ad utilizzarli, non e il caso di correre a cambiarli se non per necessita` o interesse personale.
  2. Tra i digitali, guidizi sintetici:
    * Ortovox X1: scarso, soprattutto per le pessime prestazioni in ricerca fine e in presenza di piu di un segnale. Portata bassa. * Fitre Snowbip RT3: discreto, ma permangono perplessita come l’anno scorso. Complicato, lento poco affidabile in molte situazioni.
    * Tracker: discreto. Purtroppo non disponiamo del modello piu recente, rimane uno strumento che ha il pregio di essere molto semplice da utilizzare, quindi se la nuova release avesse una maggiore portata ed una discreta ricerca fine potrebbe passare a buono * Barivox Mammut: buono e ormai affidabile vista la presenza sul mercato da qualche tempo. E uno strumento che necessita di apprendimento, va configurato perche ha un sacco di opzioni, nel caso di seppellimento multiplo necessita di una tecnica particolare che prevede il modo analogico. Strumento abbastanza per addetti ai lavori per intendersi. * Pieps DSP: molto buono una piacevole sorpresa per tutti. E uno strumento molto facile da usare, point and search per intendersi, abbiamo riscontrato una portata leggermente superiore al Mammut e una buona precisione in ricerca fine. Ha un meccanismo per l’esclusione di un segnale in presenza di segnali multipli che di per se e semplice, ma va testato bene per non incasinarsi. Rimangono i dubbi legati ad un prodotto nuovo e poco presente sul mercato, magari ha bisogno di un giro di release per diventare piu` robusto. In ogni caso preferibile al Mammut per utenti poco esperti in ricerche ARVA. Come scuola abbiamo deciso di acquistarne 10 per i nostri allievi a cui dobbiamo necessariamente insegnare anche l’utilizzo di digitali che poi andranno eventualmente a comprare.

Le prove del 2004

Durante un’uscita di aggiornamento tra amici e istruttori di scialpinismo abbiamo effettuato alcune prove sui seguenti ARVA:

* FITRE Snowbip II (analogico)
* Ortovox F1 Focus (analogico)
* Barrivox Mammut (digitale-analogico)
* Ortovox M2 (digitale-analogico)
* FITRE Snowbip RT3 (digitale)
* Tracker DTS (digitale)

Di seguito qualche risultato senza alcuna pretesa di carattere definitivo, ma con l’intento di condividere opinioni ed informazioni. Non dimentichiamo anche che l’ARVA è una piccola parte di ciò che si può considerare sicurezza in montagna d’inverno.

In generale le qualità di un’ARVA emergono in 3 fasi:

  1. ricerca del primo segnale
  2. ricerca direzionale
  3. ricerca fine

La fase 1 beneficia di una buona portata massima dello strumento. In questo campo gli analogici sono attualmente ad un livello superiore.
La fase 2 dipende da quanto lo strumento è in grado di interpretare la direzione in cui è posta l’antenna dello strumento che trasmette (il sepolto). Il numero di antenne riceventi (1 negli analogici, 2 o più in alcuni digitali) dovrebbe aiutare in questo senso insieme ad un buon algoritmo di processing possibile soltanto se il segnale viene digitalizzato. In questa fase l’arva dovrebbe essere in grado di gestire la ricezione di più ARVA sepolti senza impazzire.
La fase 3 dipende da quanto lo strumento è sensibile ai livelli di volume bassi.
Oltre a questo intervengono una serie di aspetti che potremmo sintetizzare con “ergonomia e usabilità”, della serie:

* Utilizzo con i guanti;
* Interfaccia immediata/complessa;
* Vestibilità e facilità di estrazione in caso di incidente;
* Solidità;
* Ecc...

Ma per valutare un ARVA è necessario fare delle prove sul campo in varie situazioni.
A fine giornata il bilancio è stato il seguente:

  1. Il miglior digitale è risultato a detta di TUTTI il Barivox Mammut, che offre una portata massima decente, una fase direzionale eccellente e immediata (ti porta diretto sull’ARVA) una ricerca fine buona (ma da verificare con molta neve, noi max 50cm)
  2. Il Tracker è ottimo nella direzionale, meno valido nella ricerca fine e ha poca portata. Complicata la gestione di più segnali, visto che è necessario escludere manualmente un determinato “cono” di ricerca.
  3. Il Fitre digitale RT3 è stato giudicato da tutti abbastanza disastroso: ci mette un sacco di tempo ad entrare nella fase direzionale (quella in cui il display ti visualizza la freccina con la direzione in cui andare) e quindi ti fa camminare molto di più del Mammut. Inoltre per commutarlo in analogico nella fase finale devi premere due pulsanti contemporaneamente e ciò non è facile: coi guanti devi magari riprovare un po’ di volte con relative bestemmie del caso. Nella fase direzionale digitale inoltre emette un suono da cellulare polifonico che manda in confusione chiunque sia nei paraggi a fare una ricerca. Tra parentesi è uno degli ARVA più cari in circolazione…
  4. L’M2 è giudicato buono da chi l’ha provato, ma non è un “vero” digitale: una sola antenna e niente freccia che ti dice di andare a destra o sinistra. Va usato quindi come un analogico. Se lo comprate tenete presente che l’ultimo modello è quello di colore arancio!!
  5. I due analogici rimangono ottimi e collaudati strumenti, in particolare il Fitre è risultato il migliore in assoluto nella ricerca fine. L’Ortovox F1 quello che costa meno. Il Fitre potrebbe essere difficile da trovare in negozio.
  6. Tra gli istruttori di fronte alla domanda “Quale compreresti ?” ci siamo divisi più o meno a metà tra quelli che andrebbero sul Barivox Mammut e quelli che resterebbero su uno degli analogici anche in ragione del prezzo.

Posted as guest by Rudy:

Grazie per le delucidazioni, credo che mi orienterò sull’acquisto del Barrivox Mammut, considerato che è uno strumento di provata affidabilità, mentre per ora mi sembra che il PIEPS DSP presenti un costo troppo elevato, nonostante abbia suscitato buone impressioni negli addetti ai lavori.

Posted as guest by Marco:

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