Alemanno, ministro Alpinista

Posted as guest by Gianluca Moroni:

Ho letto su La Provincia di Sondrio che il ministro Alemanno, appassionato alpinista, ha conquistato i 4021 m della cima del Bernina dopo due ore di salita.
Ma come due ore? Ma allora altro che Meraldi…
Già continuando l’articolo, si scopre che grazie alle favorevoli condizioni metereologiche il nostro ALPINISTA si è fatto trasportare in elicottero fino ai 3597 m della Marco e Rosa. Poi, bontà sua, ha percorso gli ultimi 400 m di dislivello a piedi. In compenso il ministro ci informa che « Bisogna fare di più per la montagna. Dobbiamo rafforzare la legge quadro in discussione in Parlamento. E’ il solo modo per ripagare la montagna delle straordinarie bellezze che ci offre. »
Scusatemi Forumisti di Skirando, mi sembra però che come al solito in politica si predica bene ma si razzola male.

Ciao a tutti Gianluca

[%sig%]

Posted as guest by Franco:

I fascisti sicuramente.

Posted as guest by Flash:

Mi dispiace, ma quando si tratta di fare danni ambientali, la sinistra non si tira certamente indietro.
Sono alcuni anni che la Provincia di Torino (sinistra) e la Regione Piemonte (destra) collaborano allegramente, nel nome dello sport, per cementificare, asfaltare, disboscare le valli olimpiche.

Un esempio su tutti l’asfalto sul colle delle Finestre ex strada militare costruita nel 1894, strada all’interno del parco regionale Orsiera-Rocciavrè (valli Chisone, Susa e Sangone).
L’idea è partita dal governatore Ghigo (FI), per pubblicizzare l’evento olimpico (Torino 2006), perchè non fare transitare la carovana del giro d’Italia 2005 sul colle delle Finestre? Detto fatto. Pieno appoggio del Sindaco di Usseaux Sgarbanti (lista civica di sinistra), dell’Assessore regionale alla Montagna Vaglio (AN) del presidente del Parco (convinto cacciatore).
Unico problema la strada sterrata che da Usseaux sale al colle è sotto la competenza della provincia di Torino. Nessun problema, sono bastati 1,5 milioni di euro stanziati dalla regione (con i fondi olimpici) per convincere prima la giunta provinciale Bresso (DS) e poi la giunta Saitta (Margherita?) ad asfaltare la ex strada militare. Gli assessori di sinistra della giunta Saitta (tutti da Rifondazione alla Margherita) per giustificare il progetto, parlano di sviluppo eco-sostenibile nel Parco, in contrapposizione ai progetti antiambientali dell’attuale governo Berlusconi.
Progetto eco-sostenibile che prevede un caseggiato per la vendita di prodotti tipici locali (a 1800m di quota e a circa 6km dalla strada principale che sale al Sestriere), un area parcheggio (ovviamente in puro asfalto), delle porte di accesso. Poi c’è il sindaco di Usseaux che vorrebbe all’interno del Parco un albergo e magari un campo da golf (progetti per ora accantonati) e chi sostiene che l’area è adatta alla costruzione di una stazione sciistica (zona esposta a sud).

Adesso i due ex Amanti antiambientalisti Bresso (DS) e Ghigo (FI) si daranno battaglia per la poltrona di Governatore della Regione Piemonte elezioni regionali Aprile 2005. I due hanno fatto in comune accordo, innumerevoli danni nella provincia di Torino (evito un elenco per non annoiarvi ulteriormente).
Tra i due pretendenti io scelgo una bella gita di scialpinismo (se continua a non nevicare vado al mare).
Sono tutti uguali politici di sinistra e di destra.

Un comunista

Posted as guest by Ai@ce:

piano eh. adesso fascisti comunisti etc etc
questo è un forum di scialpinismo quindi trattenete i bollori e semmai andate a discutere da altra parte.
comunque la strada asfaltta al colle delle finestre e’ sicuramente un bello smacco all’ambiente ma bisognerà vedere come la gestiscono, cioe’ se rimane sempre chiusa e ci fanno passare una tantum il giro potrebbe essere una iniziativa discutibile ma « a fin di bene ». se diventa la meta domenicale di decine di auto che impediscono di camminare o pedalare sull’antica strada allora sara’ davvero un ennesimo fallimento.
non importa se di destra o di sinistra. chi dice che l’ambientalismo e’ di sinistra e l’inquinamento è di destra? si guardi alle politiche ambientali in Europache sono state sostenute da entrambi gli schieramenti anche se con obbiettivi e visioni diverse.l

ciao,

Ai@ce

PS
comunque salire e scendere dalla Marco e Rosa in elicottero non significa aver salito il Bernina, o sbaglio? cioe’ bisogna farsela tutta mica solo 400 metri!

Posted as guest by sTefaNo:

Il solito problema della politica; un sacco di parole e basta e non è un problema di schieramenti politici, anche se in valtellina, per Bormio 2005, il nostro barbetta Formigoni ne ha fatti parecchi, di concerto con l’ente parco Stelvio, per non parlare della nuova funivia/scempio dell’Indren finanziata anche dalla regione piemonte (non ricordo se l’ho letto su questo forum o da qualche altra parte, forse la rivista della montagna; stasera verifico) .

Posted as guest by Flash:

Chiedo scusa, le posizioni politiche degli utenti di skirando non mi interessano… votate per chi volete.

Ribadisco che in Italia (soprattutto dalle mie parti) quando ci sono in ballo gli euro (possibilmente milioni), si creano spesso e volentieri degli schieramenti trasversali.
Se nel resto d’Europa si fanno politiche ambientali serie, sono contento, non mi sembra che in Italia si faccia lo stesso.
Asfaltare all’interno di un parco non ha « un fin di bene » crea soltanto i presupposti per successivi tentativi di lottizzazione.
Se la strada verrà chiusa al traffico alla fine della manifastazione non è certo per una volontà politica visto che il Parco, la regione e una parte degli assessori provinciali sono favorevoli ad un incremento veicolare.
Infine il presidente del Parco, non solo è favorevole ad un sviluppo del turismo di massa, ma è favorevole a reintrodurre la caccia nelle aree protette, ultimamente si batte perchè il reintrodotto lupo venga contenuto (leggi eliminato). Perchè vuole elimiare i lupi? semplice i 30 lupi che gironzolano nelle nostre valli hanno un brutto vizio, non brucano l’erba, preferiscono mangiare carne di pecora. Nel solo 2004 sono state sbranate 26, ripeto 26 pecore (gli allevatori sono stati tutti indennizati). Una tale strage giustifica a detta del presidente del parco una politica di contenimento, possibilmente eliminandoli fisicamente, ma si accontenta della « deportazione » in altre aree.
Dimenticavo tutta l’area di Pian dell’Alpe (dove è ubicata la strada) è un SIC, sito di interesse comunitario, quindi è una zona tutelata da leggi europee…

Basta, chiedo ancora scusa a tutti, vorrei essere un semplice scialpinista invece di sproloquiare contro i giornalieri attacchi all’ambiente a cui mi tocca assistere.

Flash

PS finalmente ti tocca fare il moderatore

Posted as guest by Ai@ce:

Flash scritto:

Infine il presidente del Parco, non solo è favorevole ad un
sviluppo del turismo di massa, ma è favorevole a reintrodurre
la caccia nelle aree protette,

PS finalmente ti tocca fare il moderatore

dunque:
1 - i forum non sono moderati se non dal buon senso delle persone che vi scrivono
2 - la caccia in aree protette e’ una realta’ gia’ praticata a scopo di contenere l’eccessivo sviluppo di popolazioni, in genere ungulati, che non sarebbero compatibili in numero con l’area da proteggere.

inoltre cercherei di tenere lontano la politica (locale, regionale, nazionale e comunitaria) dai nostri interventi.

ciao e buon sci,

Ai@ce

Posted as guest by Morons61:

Già…come lo struzzo che nasconde la testa nella sabbia! Qui non si tratta di dire, vota Ds, vota la Mussolini ecc., ma che lo vogliamo o no, politica è il vivere di tutti i giorni ed anche lo scialpinismo, più in particolare l’ambiente dove lo si pratica, risente di questo.
A mio parere invece bisogna parlare dei fatti (e misfatti) che interessano la MONTAGNA. Parlare solo di sciolina o pelli di foca mi sembra un pò riduttivo.
Ciao Gianluca.

Posted as guest by Franco:

La mia risposta un po’ umorale ha dato vita ad una serie di interessanti interventi; rispondo principalmente ad Ai@ce; capisco le buone intenzioni e la preoccupazione, ma l’impoliticità è sempre meno possibile, e per quanto si cerchi di allontanarsene, è la politica che si interessa a noi. Giustissimo invece non scadere in liti partitiche.
D’altro canto sulla home page di skirando compaiono spesso annunci di Mountain Wilderness.
Piuttosto sono d’accordo con Morons61; penso inoltre che lo scialpinismo sia un modo di proporre un altro tipo di sviluppo turistico della montagna, insieme allo sci di fondo, le racchette ecc.

Certo che anche noi scialpinisti partecipiamo alle contraddizioni. Es. un bel po’ di strade interpoderali di dubbia utilità e sicuro danno per la montagna ci servono per risalire fasce di bosco ripido o fitto, altrimenti piuttosto fastidiose.
Altro es: perchè i rifugi Gnifetti e Mantova chiudono quando sono ferme le funivie?
Da Staffal il dislivello non è poi insormontabile, mi piacerebbe sentire il parere dei gestori (oltre che il vostro).

Ultima cosa: effettivamente finchè anche a battute un po’ « violente » come le mie, si ottengono risposte così pacate ed argomentate come quelle che ho letto, si può dire che il forum è in ottime mani.

Grazie a tutti. Franco.

Posted as guest by Ai@ce:

Mountain Wilderness e’ un partito o rappresenta una parte politica? non lo credo affatto.

Piuttosto sono d’accordo con Morons61; penso inoltre che lo scialpinismo sia un
modo di proporre un altro tipo di sviluppo turistico della montagna, insieme allo sci di
fondo, le racchette ecc.
allora ti propongo due facce della medesima medaglia:
A - Sono gia’ due anni di seguito che per Capodanno vanno in Queyras, una zona relativamente poco conosciuta (anche se ne ha scritto in dicembre anche il Corriere della Sera) delle alpi francesi a Sud di Briancon: nessuna stazione rinomata, nessun ghiacciaio, niente shopping e pochi chilometri di piste: è il paradiso delle famigliole con bambini e degli scialpinisti e ciaspolatori e dei fondisti senza velleita’ di macinare decine di km al giorno. C’e’ un gruppo di vallate con una manciata di paesini con servizi essenziali (pane e giornale, il locale caseificio, un bar e magari una pasticceria), piccoli impianti di risalita con poche decine di chilometri ciascuno e al massimo un paio di seggiovie ed alcuni skilift, la pista da fondo, appartamenti in affitto a prezzi modici da privati o direttamente dall’ufficio del turismo che ha un ottimo sito web un efficiente servizio informativo che permette a domanda ed offerta di incontrarsi in modo rapido ed efficace. Sembra il paradiso dello sviluppo sostenibile MA alla fine si hanno che tutte le mulattiere e tutti i sentieri sono percorsi giornalmente da ciaspolatori e scialpinisti, molte gite sono tracciate e, pur non avendo incontrato persone nei 9 giorni passati la’, ho comunque avvistato e disturbato camosci, urogalli e scoiattoli andando ad invadere il loro habitat. Ho anche sciato in un bosco stupendo di larici secolari rompendo con le lamine alcuni rododendri (non potevo evitarlo)…
B - Negli anni della mia gioventu’ imparai a sciare sulle piste di La Thuile, che allora era una stazione piccola e poco rinomata (freddo boia, una funivia piccola e con lunghe code, una strada di accesso poco agevole) adesso è ormai una stazione internazionale che conta centinaia di km di piste per tutte le capacità, il paesino è pieno di seconde case e di condomini (vuoti per il 90% dell’anno)… MA la famiglia che viene in settimana bianca trova tutti i servizi ed anche qualcosa in piu’, impianti super efficienti e piste come tavoli da biliardo pronti per le taiettorie. Il fuoripista è proibito (per legge), le persone in fin dei conti hanno un impatto ben localizzato e limitato alle piste ed alla zona del paese. I ciaspolatori sono molti meno che sul lato francese dal momento che ci sono anche meno servizi per loro (no guide escursionistiche, poche carte dei sentieri e degli itinerari, affitto problematico o limitato, cose che invece ci sono tutte nel Queyras descritto sopra)… alla fine le gite intorno sono poco frequentate, il bosco, lontano dagli impianti piu’ tranquillo…

Tutto questo pappone per dire che non conta molto la politica nelle dinamiche di sviluppo delle due zone ma molto di piu’ un certo senso di intendere la montagna. Entrambi fanno fronte ad esigenze diverse ed hanno impatti diversi ma non bisogna demonizzarne nessuno dei due: le posizioni estreme sono comunque poco costruttive e non tengono conto dei bisogni di tutti.

Alla fine io prediligo il modello A ma non credo che questo vada bene a tutti e non vorrei imporlo a tutti.

termino qua perche’ altrimenti ne discutiamo ad calendas graecas

ciao,

Ai@ce

Posted as guest by Franco:

Di sicuro MW è un’organizzazione che fa politica, a volte non chiarissima, ma credo legata ad un concetto di progresso diverso da quello dominante.
Capisco il tuo pensiero: se 4 milioni di persone facessero scialpinismo che ne sarebbe dell’ambiente non occupato dagli impianti?
Il fatto è che anche lo sci di pista è banalizzato (piste biliardo, v. i pensieri spesso esposti da Daidola) ed imposto a suon di « neve artificiale ». (Contraddizione: posso salire la Gran Cima partendo da Champoluc sci ai piedi anche a maggio, risalendo il pistone innevato artificialmente, e in estate scendere in mtb sulla traccia del gatto…).
Si replica in montagna un modello di vita urbano nelle sue forme più deleterie.
La ricchezza diffusa non risolve i malesseri delle comunità alpine, o ne porta di nuovi (v. episodio di giugno sempre a Champoluc).
Ciò detto, non sono per l’eliminazione degli impianti esistenti (che ha garantito comunque un forte miglioramento delle condizioni di vita nelle valli alpine…e che il mio bimbo usa per imparare a sciare…!), come non vado a martellare gli spit. Ma non mi piace l’eccessiva, distruttiva ed economicamente insostenibile proliferazione.

Comunque non credo che la maggior parte di chi pratica lo scialpinismo abbia questi pensieri.
Buone gite a tutti.
p.s. La tua replica mi è piaciuta.

Franco.

Posted as guest by Flash:

I miei complimenti la tua mi sembra una replica civili e soprattutto sensata.

Nei miei interventi ho voluto, certamente in modo molto confuso, esprimere un disagio verso l’attuale classe politica (neri o rossi indifferentemente) sempre più lontana dai problemi ambientali.
Non era mia intenzione convincervi a diventare dei provetti bombaroli, io stesso non sono in grado d’accendere un mortaretto, figurarsi se è mia intenzione distruggere impianti di risalita, strade e infrastrutture varie.
Il turismo di massa innegabilmente ha portato richezza e benessere nelle nostre valli alpine.
Lo stesso, sta accadendo nei paesi del terzo mondo, un esempio Huaraz in Perù o Namche Bazar in Nepal. Due comunità che, grazie al turismo, hanno visto migliorare in maniera esponenziale il loro tenore di vita (certo non è paragonabile al nostro).
Ogni anno, ritornando alle nostri alpi, le valli alpine accolgono circa 10 milioni di turisti, non vi sembra già un bel numero? Sicuramente è un numero migliorabile. Possiamo arrivare a 15 o forse 20 milioni di turisti.
Mi risulta che il turista occidentale è un po’ esigente, ha bisogno di strade larghe e veloci, alberghi confortevoli, appartamenti, piscine, campi da tennis e da golf, centri commerciali, discoteche, cinema, impianti di risalita veloci, piste da sci belle e ampie. Bisogna anche dare spazio alle nuove forme di turismo, ben vengano le piste per le motoslitte, per i quod o come cavolo si chiamano, non tralasciamo qualche strada sterrata per i fuoristrada e non dimentichiamoci dell’eliski … e poi la mia fantasia si ferma qui, lascio spazio alla vostra d’immaginazione.
Mi domando dove andiamo a mettere tutta questa « roba », magari nel Queyras, in Val Maira, in val Chiavenna, nella Safiental o in val Seriana oppure (forse è questa la mia preccupazione) nei parchi Nazionali Gran Paradiso e Stelvio, nei parchi regionali delle Orobie o in quello delle Marittime.

Chiudo il mio intervento convinto che la frase di Franco sintetizzi le mie preoccupazioni:
« Si replica in montagna un modello di vita urbano nelle sue forme più deleterie. »
Mi domando (e vi chiedo) se le valli alpine sono in grado di reggere questo modello di vita.

Ciao

PS Adesso che esiste la legge (la 363) che vieta di risalire le piste da sci, per salire alla Gran Cima che sistema adottate per raggiungere il Crest da Champoluc: pagate il biglietto e sfruttate la cabinovia, vi lanciate con il paracadute o vi fate teletrasportare?
(sdrammatizzare per evitare di piangere).

Posted as guest by Morons61:

Flash ha scritto; Mi domando dove andiamo a mettere tutta questa « roba », magari nel Queyras, in Val Maira, in val Chiavenna, nella Safiental o in val Seriana oppure (forse è questa la mia preccupazione) nei parchi Nazionali Gran Paradiso e Stelvio, nei parchi regionali delle Orobie o in quello delle Marittime.

Oh per quello in Valtellina ci han già pensato. Sia nel Parco delle Orobie Valtellinesi che nel Parco Nazionale dello Stelvio, le motoslitte circolano INDISTURBATE!! Occhio a non rovinargli le piste…, forse la motoslitta è anche un buon sistema per risalire le piste, a norma di legge (geniale no?).
Caro Ai@ce meglio gli scialpinisti che rompono qualche rododendro (arbusto infestante dei nostri meravigliosi alpeggi) o orde di pirloti con motopirla? Ricordiamoci che tutto sommato chi vive la montagna « a passo d’uomo » resta il maggior PRESIDIO a difesa della stessa.
Ciao Gianluca

Posted as guest by Franco:

Per la Gran Cima passa dal vallone di Mascognaz, sali al lago Perrin e ti ricongiungi alll’itinerario classico, attento però,se passi sull’interpoderale, a non farti investire dal gatto delle nevi che porta i clienti alla dependance dell’Hotel Breithorn a Mascognaz: puoi sempre passare dal sentiero, sci in spalla.
Tanto per rimanere nell’ambito di nuovi interventi di cui proprio non si sentiva il bisogno.
Ciao, Franco.

Posted as guest by Ai@ce:

Ciao Gianluca,
ho ripreso nel titolo la tua definizione che mi e’ piaciuta molto. A Milano pero’ si dice pirlotti con due « t »… mi sa che jose’ ti ha contagiato! comunque con una t sola suona anche molto appropriato :slight_smile:

a parte questo sono in disaccordo con i rododendri « arbusti infestanti » in quanto sono compresi nelle specie di fiori protette sulle Alpi al pari di genziane e stelle alpine.

Ma tornando all’argomento avevo ripreso con parole mie un intervento del forum francese in cui, provocatoriamente, si formulava una domanda un po’ retorica ma non priva di senso.
E cioè se sia meglio per l’ambiente alpino la famigliola che fa la settimana bianca ed un paio di uscite all’anno in una località sciistica attrezzata, insistendo solo su una piccola porzione di territorio che e’ in parte attrezzata all’impatto (fogne, collegamenti, discariche, etc etc), rispetto a degli scialpinisti che invece vanno a ricercare angoli sempre piu’ nascosti e remoti per poter serpentinare su nevi immacolate andando pero’ a disturbare (la sola loro presenza è un disturbo) l’ambiente la dove e’ piu’ fragile.

Non ho la risposta a questa domanda, bisognerebbe fare degli studi (e quello recentemente apparso sull’impatto dei trasporti per lo sci-alpinismo è a nostro sfavore) e in parte modificare il nostro comportamento.
Parlo di:
cercare di riempire con 4 persone l’auto per andare alla partenza della gita (meno emissioni);
utilizzare dove possibile e compatibilmente con le proprie esigenze i mezzi pubblici (in Svizzera cio’ e’ possibile per molte gite);
recuperare sempre tutti i rifiuti (anche le bucce d’arancia che ci mettono 2 anni a biodegradarsi e che non hanno nulla a che spartire con la neve e le vette delle Alpi);
bruciare la carta igienica o non utilizzarla del tutto (avete presente quelle belle macchie biancastre nel bosco in estate);
cercare di non esasperare la ricerca della traccia nuova in discesa, soprattutto nel bosco per non disturbare quanti in esso vi trovano rifugio in inverno.

ciao,

Ai@ce

Posted as guest by Alberto:

Ai@ce scritto:

E cioè se sia meglio per l’ambiente alpino la famigliola che fa
la settimana bianca ed un paio di uscite all’anno in una
località sciistica attrezzata, insistendo solo su una piccola
porzione di territorio che e’ in parte attrezzata all’impatto
(fogne, collegamenti, discariche, etc etc), rispetto a degli
scialpinisti che invece vanno a ricercare angoli sempre piu’
nascosti e remoti per poter serpentinare su nevi immacolate
andando pero’ a disturbare (la sola loro presenza è un
disturbo) l’ambiente la dove e’ piu’ fragile.

Non ho la risposta a questa domanda, bisognerebbe fare degli
studi (e quello recentemente apparso sull’impatto dei trasporti
per lo sci-alpinismo è a nostro sfavore) e in parte modificare
il nostro comportamento.

ciao,

Ai@ce

E’ la stessa cosa delle famose pelli di fova di una volta; giustissimo non uccidere le foche, ma poi mi rendo conto che le pelli di foca di oggi sono derivati del petrolio. Il pile è lo stesso, un derivato del petrolio; posseggo un Patagonia da circa 20 anni, ha 3 bruciature di sigaretta, ma è indidtruttibile: Quando lo butterò via?? cosa succederà??
Non ho risposte in merito1
Buona neve Alberto

Posted as guest by josé:

farei notare che
1- Il vantagio dello scialp è che non ci sara mai di mezzo interessi finanziale come per le grande stazione di sci in pista e che conduce spesso a delle aberazioni sia dal punto di vista dello svilupo locale che del ambiente!
2- Che se tutta la gente che fa sci in pista venisse a fare scialp, e chiaro che l’impatto sul ambiante non sarebbe trascurabile… ma non c’e da preocuparsi, non succedera mai!

quindi
1- per favore smettiamo di svilupare le grande stazione da sci e sopratutto gli impianti di neve artificiale, bastano come sono adesso!
2- proviamo a convincere chi va a sciare in pista di provare lo scialp, perche si puo sperare, che chi scopre i piaceri di vivere la montagna a passo d’uomo, allora forse iniziara anche a pensare di protegerla… un primo passo potrebbe anche di diventare soccio di MW.

Posted as guest by josé:

sono preocupatissimo! il nostro specialista dell’argomento, Mic’hel non ha encora scritto niente… sara lavorando tropo ??? :wink:

Posted as guest by Gioponz:

josé scritto:

farei notare che
1- Il vantagio dello scialp è che non ci sara mai di mezzo
interessi finanziale come per le grande stazione di sci in
pista e che conduce spesso a delle aberazioni sia dal punto di
vista dello svilupo locale che del ambiente!

cito, a proposito;

g.rovedatti scritto
Ho appena letto suul televideo della Televisione della Svizzera Italiana TSI1 alla pag 124 che i gestori degli impianti del Diavolezza Alta Engadina GR CH, fanno pagare agli escursionisti che vogliono risalire le piste 26 frs e per chi vuole fare il furbo 100 frs di multa.

:open_mouth:

cià
g

Posted as guest by Ai@ce:

bhe’ tutti i derivati del petrolio sono riciclabili. Tutte le catene polimeriche delle plastiche possono essere degenerate per produrre plastiche piu’ semplici (dalla caratteristiche piu’ semplici) che hano molti usi. infine possono essere termodistrutte.
una foca morta e’ una foca morta, forse la puoi mangiare ma hai davvero degradato il bene in modo irreparabile.

Inoltre tieni conto che a grandi linee gli usi non energetici dei combustibili fossili (cioe’ la produzione di plastiche e affini) pesano per meno del 5% del bilancio energetico nazionale: come dire è molto meglio proccuparsi di risparmiare carburante rispetto a comperare un pile nuovo (il vecchio lo puoi comunque portare alla « ricicleria » piu’ vicino a casa).

ciao,

Ai@ce